Il bilancio Alla vigilia del trasferimento a Roma, Pansa parla dei suoi tre anni a Napoli

"Rifiuti, rivolta pilotata da delinquenti"

Il testimone a De Martino: "Avrà tanto da fare, la speranza di questa città sono i bambini"
30 luglio 2010 - Davide Cerbone
Fonte: Il Mattino

La valigia è quasi pronta, ed è piena di ricordi. Ma c’è un’immagine, tra le tante raccolte in questi tre anni vissuti intensamente, che Alessandro Pansa, prefetto di Napoli ancora per pochi giorni, tira fuori dall’album della memoria. «Quella dello stadio Collana pieno di bambini, per la Giornata dello sport. Una scena che mi ha commosso», risponde con un velo di emozione. Nel giorno del saluto, sono ancora i bambini i protagonisti. Bambini stranieri, stavolta, al centro dei quattro progetti presentati ieri in Prefettura. Iniziative che si snodano in direzioni diverse, seguendo il comune denominatore dell’integrazione sociale dei piccoli migranti. La prima è un programma sperimentale di mediazione linguistica online in 9 lingue, rivolto agli immigrati regolari e ideato dalla prefettura di Napoli con la cooperativa sociale Communication centre multilingue di Salerno. L’assistenza viene realizzata tramite una chat che mette in comunicazione tre interlocutori distanti tra loro. La seconda riguarda un protocollo d’intesa con l’associazione Kodokan, che tramite sport come judo e lotta educa i ragazzini rom, cercando di scovare tra loro qualche campione. «I nostri educatori hanno lavorato fianco a fianco con quattro educatori rom», spiega il presidente del Kodokan, Giuseppe Marmo. Al progetto ha contribuito la Fondazione Banco Napoli, stanziando 22mila euro per l’acquisto di un bus. Il progetto «Diritto alla scuola, diritto allo studio», cofinanziato dal ministero dell’Interno, ha invece garantito alle famiglie rom che mandavano i figli a scuola un contributo di 100 euro al mese, condizionato alla frequenza obbligatoria. «L’obiettivo - spiega Enzo Somma, coordinatore della comunità di Sant’Egidio di Napoli - è contrastare l’accattonaggio e l’evasione scolastica. I risultati sono stati incoraggianti, speriamo di poter continuare l’anno prossimo». Infine, uno screening gratuito per il controllo del melanoma, offerto dalla Fondazione Pascale. «Sono tumori particolarmente aggressivi che colpiscono specialmente persone di etnia slava», dice il professor Mozzillo. Pansa, che dal 4 agosto sarà al Viminale, ascolta soddisfatto. Poi fa un bilancio degli anni napoletani: «Un’esperienza entusiasmante, poliedrica e profonda che mi ha toccato nel cuore», dice. E ricorda il momento più difficile, la rivolta di Pianura. «Una gestione dei rifiuti fatta da delinquenti che hanno ingannato i cittadini del quartiere per i loro fini biechi e delinquenziali. Rimpianti? Ne ho tanti. Avrei voluto fare altre cento cose e che alcune si facessero più in fretta. Contro la droga, per esempio, abbiamo coinvolto una platea di 600 bambini e avrei voluto che fossero seimila». Non è il tempo delle polemiche, però. «Delle cose non fatte mi assumo tutta la responsabilità», chiarisce Pansa, che da lunedì incontrerà il suo successore, Andrea De Martino: «Avrà tanto da fare». E, indicando la strada maestra per il futuro, torna a parlare di minori. «Nella mia permanenza qui, le maggiori soddisfazioni riguardano le azioni rivolte ai più piccoli. Se guardiamo con attenzione al loro futuro, garantiamo anche quello della città».

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