Biomasse, il Tar boccia la centrale di Casalnuovo

30 luglio 2010 - Pino Neri
Fonte: Il Mattino

Casalnuovo. Il cogeneratore da biomasse «Comasa», ubicato a Casalnuovo, hinterland a nord di Napoli, è considerato il secondo inceneritore della regione, dopo quello, molto più grande e ben diverso, di Acerra. Ieri però il Tar ne ha disposto la chiusura. «Perché l’interesse pubblico prevale su quello privato», la motivazione dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale con cui è stato respinto il ricorso della società Comasa contro l’ordinanza di sospensione delle attività emanata dal sindaco di Casalnuovo, Antonio Peluso. Un mese fa il primo cittadino aveva disposto il provvedimento di sospensione perchè la popolazione che abita intorno all’impianto protestava contro le emissioni del camino, fumi considerati tossici e maleodoranti. Da qui il drastico provvedimento del sindaco. Il cogeneratore della Comasa è una struttura che produce o, meglio, produceva energia elettrica dalla combustione degli scarti vegetali. Gli addetti ai lavori definiscono un impianto di questo tipo come una sorta di «bioinceneritore», nel senso che produce energia elettrica sfruttando materiali ecocompatibili, come il legno oppure le bucce delle noci. Per poter operare aveva ricevuto l’ok dalla conferenza dei servizi istituita dalla Regione Campania. Eppure due comitati cittadini, composti da centinaia di residenti, hanno subito contrastato il bioinceneritore, prima ancora che entrasse in funzione per le prime prove la caldaia, avviata due anni fa. «Mancano i pareri favorevoli del Comune e dell’Asl», fanno notare i giudici del Tar. Ora però ci si chiede se una sentenza del genere possa fare scuola, vale a dire se possa essere estesa anche a impianti come l’inceneritore di Acerra, considerato il fulcro dello smaltimento dei rifiuti in Campania. In tal caso il rischio sarebbe di ripiombare, a causa di una sentenza amministrativa del genere, in una nuova tragedia della ”monnezza”. «Non è così - rassicura però il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli - perché l'inceneritore di Acerra è blindato da una normativa apposita: è un sito dello Stato, militarizzato e di interesse strategico nazionale». Per i Verdi comunque «è stato giusto chiudere l'impianto della Comasa, perché faceva paura da anni». Chiude, dunque, il bioinceneritore di Casalnuovo. Ma lo scontro con i comitati cittadini e il sindaco potrebbe non essere terminato. I titolari della Comasa hanno ancora una possibilità per annullare l’ordinanza del sindaco: il Consiglio di Stato, ultimo grado di giudizio della magistratura amministrativa.

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