Consorzio unico, il liquidatore conferma gli esuberi e i 424 tagli
Sindacati sul piede di guerra
Il commissario liquidatore del consorzio unico Napoli-Caserta, Gianfranco Tortorano, conferma i 424 tagli già annunciati nelle scorse settimane e i sindacati sono già sul piede di guerra. All’incontro di ieri mattina non hanno partecipato le organizzazioni firmatarie del contratto Cgil-Cisl-Uil e Fiadel che hanno inviato una lettera agli assessori all’ambiente della Regione Giovanni Romano, alle società provinciali e ai prefetti di Napoli e Caserta, contestando il metodo adottato per definire i tagli: chiedevano, infatti, di varare prima il piano industriale. La Fiadel, poi, ha scritto anche alla Procura della Repubblica evidenziando, tra l’altro, il mancato conguaglio delle tasse in busta paga. Intanto, i sindacati autonomi hanno dichiarato lo stato di agitazione e annunciano per oggi una manifestazione a Benevento: anche lì i dipendenti rischiano la mobilità. E non solo: il portavoce del sindacato Azzurro, Vincenzo Guidotti, protesta contro il bando di gara della protezione civile che stanzia 24 milioni per l’affidamento del trasporto dei rifiuti urbani stoccati nei siti provvisori durante l’emergenza e annuncia un esposto, che sarà presentato stamattina, alla Procura della Repubblica. Una situazione a dir poco incandescente. La legge che ha stabilito le norme di chiusura per l’emergenza rifiuti, infatti, affidava al commissario liquidatore il compito di stabilire la dotazione organica del consorzio. Il sottosegretario Bertolaso aveva già respinto il primo screening varato dall’allora direttore Antonio Scialdone che prevedeva 357 esuberi perché comportava un costo annuo per ogni abitante della Campania di 50,32 euro mentre la media italiana è di 39,04 euro. Tortorano, quindi, ha ricalcolato gli organici sulla media delle altre regioni: il risultato è il taglio di 424 unità. Il problema sarà ora quello di stabilire i criteri con i quali compilare gli elenchi dei lavoratori in sovrannumero: la legge prevede una priorità per gli assunti più anziani a partire dal 2001. Gli autonomi chiedono che si proceda con un unico elenco che comprenda i lavoratori di Napoli e Caserta. Criterio già contestato dalle altre organizzazioni che chiedono due diverse liste per le due province. Ma dalla relazione di Tortorano emergono dati a dir poco singolari. Nel 2001 alle dipendenze dei consorzi casertani c’erano 458 lavoratori che erano diventati 1265 nel 2008: in sette anni, dunque, ci sono state ben 807 assunzioni. E non solo: nel 2008 il commissario Unico Alberto Stancanelli bloccò la pianta organica, ma da allora ci sono stati altri trenta nuovi dipendenti (gli ultimi sono entrati in organico nel marzo del 2010) e decine di promozioni. Praticamente a tutti è stato aumentato lo stipendio. Una vicenda sulla quale indaga già la Guardia di Finanza che, subito dopo la tornata elettorale, ha anche perquisito il comitato elettorale della moglie di Scialdone candidata alla Regione. A Napoli, invece, dal 2001 al 2008 sono state fatte solo 29 assunzioni. Ma anche qui, nonostante la mancanza di lavoro, non sono mancati gli aumenti di stipendio che sono stati concessi praticamente a tutti i dipendenti (222) del cantiere di Saviano; gli altri sono rimasti a bocca asciutta. Tortorano è già riuscito a far scendere le spese di più di quattrocentomila euro al mese solo per gli stipendi e ha rotto i contratti per la vigilanza non armata.