Aree marine, dal Cilento appello al ministro
È il Cilento delle meraviglie quello che viene celebrato da Goletta Verde a Castellabate. Il Cilento delle aree marine protette, della tutela ambientale e del turismo di qualità. Il tutto a... «gonfie vele», quelle assegnate a sedici Comuni rivieraschi del Salernitano, 23 in tutta la Campania. È questo, alla fine, il leit motiv della giornata di Legambiente. Una giornata che, a bordo del veliero, inizia presto: partenza da Acciaroli, immancabile tappa a Montecorice per ricordare lo scempio degli ecomostri (scheletri in cemento abbandonati da anni) e ormeggio a Santa Maria di Castellabate dove di recente è stata istituita un’area marina. La seconda nel Cilento dopo quella della Costa degli Infreschi e della Masseta. E proprio dal Castello del borgo antico di Castellabate parte l’appello degli ambientalisti e dei sindaci al ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo: più fondi per le aree marine. «Mi auguro anche che, nella gestione di questi due parchi, gli enti locali diventino protagonisti attivi e concreti dello sviluppo e che si apra un dialogo continuativo e costruttivo con tutte le realtà sociali ed economiche che vivono la risorsa mare», dice il presidente campano di Legambiente, Michele Buonomo. Già, perché, secondo quanto riferiscono gli ambientalisti, un’area protetta non rappresenta solo dei vincoli. Sì alla pesca, alla nautica da diporto, alla balneazione ma con i rispettivi limiti dettati dal rispetto per l'ambiente e per l’ecosistema. E la giornata di ieri è stata l’occasione non soltanto per annunciare la prossima istituzione di un’area marina prtoetta ama anche per lanciare l'allarme sullo stato di grave abbandono in cui versano i parchi marini italiani. Pur svolgendo un ruolo imprescindibile per la salvaguardia dello stato di salute dei nostri mari, i parchi marini sono diventati infatti una sorta di «terra di nessuno, lasciati senza governo e con scarse risorse da almeno nove anni», conclude Buonomo. «Il sistema italiano delle aree marine protette - commenta Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - versa in uno stato di colpevole abbandono da almeno nove anni. I ministri che si sono succeduti al dicastero dell'Ambiente nell'ultima decade, infatti, hanno tutti indistintamente lasciato a se stesso il settore. Un'altra drammatica conferma dello stato di abbandono in cui versano i parchi marini arriva dalle risorse destinate al settore che, dopo un lungo tira e molla tra enti gestori e ministro dell'Ambiente, hanno vista ripristinata la voce di bilancio prevista lo scorso anno, circa 6 milioni di euro. Peccato che nel frattempo i parchi marini siano passati da 26 a 30 e che tale cifra fosse del tutto insufficiente già per lo scorso anno. Basti pensare che una somma di poco superiore, 6,5 milioni di euro, è stanziata in Francia per le gestione del solo Parco regionale della Corsica». Le tappe di Goletta Verde in Campania sono state anche l’occasione per evidenziare la forte crescita delle strutture ricettive e turistiche di questa regione, che hanno scelto di qualificarsi per le buone pratiche ambientali. Nuovi gruppi di operatori turistici hanno deciso di aderire all'etichetta ecologica di Legambiente Turismo, la più importante iniziativa di questo tipo in Italia e la seconda in Europa. Negli ultimi mesi sono stati firmati protocolli d'intesa con i Comuni di Cetara in Costiera d'Amalfi, Eboli nella Piana del Sele e Mondragone nel litorale Domiziano e con alcune associazioni di categoria e consorzi di operatori. Queste intese, che si aggiungono all'intesa presente da tempo nel Parco del Cilento, prevedono l'adozione di misure semplici ma efficaci tese a migliorare la gestione ambientale e il comfort, ridurre i consumi critici, ridurre l'impatto delle proprie attività sull'ambiente. Vi aderiscono in Campania 33 imprese con oltre 3000 posti. Si tratta di 5 hotel, 3 agriturismi, 11 ristoranti, 5 bed and breakfast, 2 residence, 3 villaggi turistici, 3 stabilimenti balneari, un'azienda di noleggio imbarcazioni da diporto.