«Autonomia a tempo solo con Terzigno le Province stanno segnando il passo»
nicchiano anche sui lavoratori"
«Se non succede nulla in un anno saranno esaurite tutte le discariche»: il generale Mario Morelli, responsabile della struttura stralcio e dell’unità operativa, è chiaro. Chiarissimo. E ragiona sulla base delle cifre che dimostrano la sua previsione.
La Campania è nuovamente a rischio rifiuti?
«Se le Province non si organizzeranno il pericolo sarà reale. Noi più che segnalarlo e far suonare il campanello di allarme non possiamo fare. Lo abbiamo detto in più sedi, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire Avevamo garantito un’autonomia di quatto anni se fosse stato realizzato il sito di Terzigno. Ora, se si cambierà programma, bisogna trovare altre soluzioni in attesa che entrino in funzione i termovalorizzatori di Napoli e Salerno: questo non avverrà prima di tre anni e noi non abbiamo autonomia sufficiente».
L’assessore Romano ha ipotizzato l’ampliamento di Cava Sari?
«Potrebbe essere una soluzione, ma bisogna lavorarci immediatamente. Noi avevamo consegnato alla Provincia, dopo mesi e mesi di lavoro, il progetto esecutivo per cava Vitiello. Se si cambia idea è necessario individuare un altro spazio che possa raccogliere rifiuti per uno o due anni».
Le Province dovrebbero gestire l’intero ciclo, perché la legge stenta a decollare?
«Non lo so, ma ho più volte sollecitato gli enti locali. Al momento noi continuiamo a gestire il flusso dei rifiuti. Ho già ricordato alla Regione che sarebbe necessario che i loro tecnici affiancassero i nostri in maniera da acquistare il know out necessario ad affrontare anche i momenti critici».
Resta il problema dei lavoratori dei consorzi di bacino.
«Mercoledì sarà presentata per l’ultima volta la pianta organica alle organizzazioni sindacali prima di inviarla a Bertolaso. Anche in questo caso mi risulta che le Province non abbiano fornito alcuna collaborazione».
Intanto i rifiuti ingombranti continuano a intasare i marciapiede, perché
«Perché manca il senso civico. Un esempio per tutti: l’ altro giorno ho piantonato personalmente il Pallonetto e con l’Asìa lo abbiamo ripulito. Questa mattina nello stesso posto c’erano tre materassi e una rete che sono stati depositati di notte. Il servizio del Comune funziona, ma la gente ha paura di servirsene perché non paga la Tarsu e non vuole fornire i propri dati».
Che fare?
«Innanzitutto è necessaria una presa di responsabilità delle Province che dal primo gennaio hanno in carico il ciclo, ma stanno mostrando una notevole resistenza a subentrare anche nella gestione dei siti». Il ritorno alla normalità è lontano? «In una regione dove ci sono 6 milioni di balle da eliminare e dove l’amministrazione non riesce a dotarsi di un sistema impiantistico industriale e logistico adeguato siamo evidentemente lontani dalla normalità».