Costiera e isole, prelievi taroccati: nei guai 14 tecnici Arpac
Avvisi di chiusura indagini per falso e omissione d'atti
C’è una svolta nell’inchiesta sulla balneabilità del mare in costiera avviata un anno fa dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata. Gli accertamenti, focalizzati su prelievi e analisi eseguiti dall’Arpac nel 2009, hanno determinato 14 avvisi di chiusura indagine per altrettanti tecnici del dipartimento provinciale dell’Arpac di Napoli accusati di reati che spaziano dal concorso in falso ideologico all’omissione d’atti d’ufficio. Dai verbali di campionamento delle acque marine sarebbero emerse discordanze tra gli orari dei prelievi con quelli di entrata e di uscita registrati sulle schede delle imbarcazioni impegnate nel monitoraggio della fascia costiera, di Capri e Ischia. Dubbi e perplessità sarebbero risultati anche sui tempi di navigazione necessari per raggiungere i punti indicati nei 161 prelievi finiti nel mirino degli inquirenti. Le analisi suppletive, conseguenti ad un primo campionamento negativo, inoltre, sarebbero state eseguite solo dopo diversi giorni. Insomma, quanto basta per ipotizzare che «tale ritardo non consentiva un adeguato monitoraggio sulla balneabilità delle acque» lasciando inalterato il rischio per i bagnanti di immergersi in specchi d’acqua sospetti. L’indagine, coordinata nella prima fase dalla pm Marta Correggio e successivamente dalla collega Mariangela Magariello, finalizzata ad accertare la qualità delle acque e ad individuare eventuali responsabili di scarichi abusivi o del cattivo trattamento delle acque reflue, fu avviata dal procuratore capo del Tribunale di Torre Annunziata, Diego Marmo, dopo aver acquisito agli atti dell’inchiesta le osservazioni dell’oceanografo Giancarlo Spezie. Per una verifica concreta dello stato di salute delle acque del golfo di Napoli la procura della Repubblica oplontina si è avvalsa della collaborazione del dipartimento di Scienze ambientali dell’università Parthenope e dell’area monitoraggio della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, coordinati dallo stesso Giancarlo Spezie e Vincenzo Saggiomo, ecologo marino. Negli ultimi dodici mesi, intanto, si sono succeduti numerosi esposti per una verifica approfondita della qualità delle acque della costiera. Accanto al Wwf della penisola sorrentina, in campo anche il Comitato Mare pulito, costituito a Vico Equense per alimentare il corale grido d’allarme sulle condizioni ambientali del golfo di Napoli e salvaguardare le opportunità occupazionali che ruotano attorno al comparto del turismo e della balneazione.