Assalto al camion Asìa, due autisti in ospedale
È accaduto all’inizio del turno, poco prima della mezzanotte di giovedì: in via Provinciale di Pianura, un’auto si è affiancata a due mezzi della raccolta dei rifiuti dell’Asìa. Pochi istanti ed è scoppiato l’inferno. Alcuni soggetti hanno dato inizio a una violenta rappresaglia. Minacce, intimidazioni senza senso, fino a mettere a segno un’azione violenta e gratuita: dall’auto hanno scaricato un estintore contro autisti e operai dei camion della raccolta rifiuti, costretti ad assistere inermi a uno show incomprensibile. Alla fine, uno del commando ha addirittura gettato l’estintore addosso a un dipendente, che aveva fatto appena in tempo a trincerarsi all’interno del mezzo di trasporto, ed è solo un caso che non abbia riportato ferite gravi. Bilancio ricostruito nel corso della notte: ad avere la peggio un caposquadra e un assistente, entrambi costretti a fare ricorso alle cure ospedaliere, mentre se la sono vista brutta anche alcuni dipendenti dei cosiddetti «bobcat», mezzi privati di supporto che raccolgono rifiuti tracimati dai cassonetti. Brutta notte a Pianura. Caos, violenza e cos’altro? Lo stanno accertando i carabinieri, contattati nella notte da una telefonata al 112, ma anche la polizia, dopo che uno degli autisti della Asìa ha deciso di rivolgersi in un commissariato cittadino per sporgere denuncia. In campo anche la Digos del vicequestore Filippo Bonfiglio, che ieri notte (tra venerdì e sabato) ha spedito alcune auto nel quartiere della periferia occidentale, a garantire una sorta di vigilanza. Camion della spazzatura «guardati a vista», più o meno come accadde nell’ormai tristemente noto gennaio 2008, quando la rivolta contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani scatenò interessi criminali e affaristici. Ci fu una guerriglia che durò settimane, la discarica non venne riaperta, ma tanto bastò a dare una spallata al governo Prodi. Una brutta pagina di cronaca cittadina, resa ancora più amara dalle indagini che colpirono l’assessore comunale Giorgio Nugnes, poi morto suicida dopo essere stato raggiunto da un’altra inchiesta della Procura. Ma oggi perché una simile rappresaglia? Partiamo dagli effetti immediati del raid di giovedì notte: dopo l’assalto, il turno dei camion dell’azienda municipalizzata non ha avuto seguito. Vale a dire che via Provinciale, ma anche via Russolillo e tante strade adiacenti sono rimaste piene di spazzatura. Un obiettivo - qualunque sia la strategia dei teppisti - è stato raggiunto: caos, disservizi, un quartiere che torna a tappezzarsi di rifiuti in strada. Sale il livello di attenzione, si studia lo scenario. E si scopre che quello della scorsa notte non è il primo agguato ai camion della raccolta rifiuti. Qualcosa di simile era accaduto lo scorso 18 luglio, notizia passata in assoluto silenzio. Stessa tecnica, stessa azione fulminea: un’auto si affianca a un mezzo della Asìa e partono contro il conducente e il caposquadra lattine di Coca Cola piene e ghiacciate. È un tiro al bersaglio, azione muscolare contro persone che hanno da poco dato inizio al proprio turno di lavoro. Quanto basta a tenere alto il livello d’allarme, al punto tale da tornare a presidiare un quartiere difficile. È qui, tra Pianura e Soccavo, che da qualche mese si sta consumando qualcosa di strano: la scomparsa di centinaia di cassonetti, che vengono sottratti all’utilizzo dei cittadini proprio nei giorni del grande caldo. In un mese - stando a denunce raccolte dai carabinieri - si è arrivati a un picco di oltre duecento contenitori, in uno scenario ancora tutto da chiarire. Non è detto che i due episodi siano collegati, bene chiarirlo: non è detto che ci sia la stessa regìa dietro l’assalto della scorsa notte e la rimozione dei cassonetti, anche se preoccupa il crescendo di episodi sospetti. La domanda comunque è la stessa: che sta succedendo nel quartiere simbolo dell’emergenza rifiuti?