In centinaia per l'Averno: "Mai più il degrado"

Una serenata dei posteggiatori
Bonelli (Verdi): l'antimafia accerti se ci sono rifiuti tossici nei fondali
23 luglio 2010 - Nello Mazzone
Fonte: Il Mattino

Pozzuoli. «Chiediamo alla commissione parlamentare antimafia e al procuratore nazionale Grasso di scandagliare immediatamente i fondali del lago d’Averno, per verificare se la camorra vi abbia in qualche modo scaricato rifiuti tossici». È l’allarme lanciato ieri mattina dal leader nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, nel corso del Lago Day: happening ambientalista che ha radunato i giovani del territiorio, gli amministratori locali, politici ed esponenti del mondo dell’associazionismo in difesa dello specchio d’acqua finito al centro di una inchiesta coordinata dai pm antimafia della Dda di Napoli e da un paio di settimane sotto sequestro, in attesa degli sviluppi delle indagini. «L’iniziativa del Mattino per salvare il lago d’Averno è apprezzabile e lodevole; adesso tocca alla Regione Campania votare una delibera che recepisca una sentenza della Cassazione del 2008 che sancisce la natura pubblica della proprietà del lago – dice Bonelli – stiamo seguendo con attenzione l’intera vicenda giudiziaria che vede protagonista il lago e vogliamo chiarezza. I Casalesi - aggiunge - hanno spesso usato i beni su cui avevano messo le mani, come cave e terreni agricoli, per sversare rifiuti tossici ed è necessario che sia fatta una verifica anche sul lago d’Averno». Nel mirino di Bonelli finiscono anche le licenze marittime demaniali. «Abbiamo il forte sospetto che mafia e camorra, ormai, abbiano messo le mani sul demanio marittimo e lacustre italiano e in particolare sulle spiagge che rappresentano un affare remunerativo, con cifre che oscillano tra i 12 ed i 15 miliardi di euro annui in tutta Italia. Non sappiamo cosa sia avvenuto nell’Averno e per questo chiediamo alla magistratura di fare piena luce». Molte zone d’ombra, in una vicenda complicata: secondo le accuse formulate dall’antimafia quello specchio d’acqua sarebbe finito nella disponibilità della società Country Club, gestita da Gennaro Cardillo, accusato di essere un prestanome del gruppo camorristico dei Casalesi. «Ora basta con questa storia, noi siamo persone perbene ed oneste – ha detto ieri mattina Raffaele Cardillo, padre di Gennaro, replicando agli organizzatori del Lago Day – Il lago l’ho comprato nel 1991 grazie ai soldi ricavati dalla vendita di alcuni immobili di mia proprietà. Alcuni comprano quadri, io ho deciso di comprare un altro tipo di opera d’arte, qual è il lago d’Averno. In questa storia la camorra non c’entra». L’inchiesta va avanti e toccherà ai magistrati dipanare l’intricata matassa, mentre ieri mattina gli ambientalisti, i sindaci del comprensorio flegreo ed i giovani dell’associazionismo hanno ribadito la richiesta che il lago torni in mano pubblica. «La manifestazione per l’Averno è stata bipartisan e aperta a tutti – ha detto il commissario dei Verdi campani Francesco Emilio Borrelli - Ora è fondamentale che la Regione Campania dia applicazione alla sentenza della Corte di Cassazione del 2008 e acquisisca il lago d’Averno al suo patrimonio. Per questo chiedo alla Regione di utilizzare i 40 milioni di euro che sono già stanziati per interventi sui laghi, compreso il lago Lucrino che sta morendo per via di un mammellone di sabbia che si è creato al centro dell’estuario».

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