Acerra, termovalorizzatore a mezzo servizio

Impianto in manutenzione, ferma per due mesi una delle linee. per l'altra stop a Settembre
23 luglio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Dovrebbe ingoiare duemila tonnellate di rifiuti al giorno, sessantamila al mese, ma, lo dimostrano le cifre pubblicate dall’osservatorio ambientale, a giugno ne ha incenerite solo 35mila 661. Secondo i tecnici della struttura di Bertolaso, i rallentamenti sono fisiologicamente provocati dalla necessità di manutenzione e il generale Mario Morelli, responsabile dell’unità operativa e della struttura stralcio, spiega: «Non ci sono inconvenienti di natura particolare, a giugno è rimasta ferma una delle due linee per la necessaria manutenzione. Adesso abbiamo ripreso con tutte e tre le linee e andremo avanti così fino a metà settembre quando se ne fermerà un’altra». Tutto normale, dunque? «Bisogna capire - spiega Morelli - che un termovalorizzatore di questo tipo, con una tecnologia sofisticata come quella di un aereo ha necessità di periodici interventi, come un qualsiasi apparecchio». Sul sito dell’osservatorio ambientale si legge: «La prima delle tre linee di termovalorizzazione è stata avviata all’esercizio il 26 marzo 2009. La seconda e la terza linea sono state attivate rispettivamente il 2 e l’8 maggio 2009. Superata la fase di avviamento e di messa a punto, dal 14 settembre 2009 il termovalorizzatore di Acerra è una realtà pienamente operativa, in grado di produrre energia dallo smaltimento di circa 2mila tonnellate di rifiuti tritovagliati al giorno, per un totale di 600mila tonnellate l’anno». Ma dal dicembre di quest’anno, quando è terminato il collaudo, il termovalorizzatore di Acerra ha funzionato a pieno regime solo a marzo (62.500 tonnellate). A gennaio sono state bruciate 46 mila 078 tonnellate con una media giornaliera di 1486 tonnellate; a febbraio 51 mila 776 (1849 al giorno), ad aprile 42 mila 632 (1421 al giorno) a maggio 40 mila 982 (1322 al giorno) a giugno 35 mila 661 (1188 al giorno). Le medie di luglio dovrebbero essere migliori perché da qualche giorno sono in funzione tutte e tre le linee. E questo mentre la decisione, imposta anche dalla Ue, di non aprire cava Vitiello rende difficile immaginare il futuro: nel giro di due anni al massimo le discariche della provincia di Napoli saranno esaurite, mentre per realizzare i termovalorizzatori di Napoli e Salerno ce ne vorranno almeno tre. L’assessore regionale, Giovanni Romano, punta sull’allargamento di Chiaiano e della cava Sari. Non solo: l’incremento della differenziata e la conversione degli Stir in impianti capaci di ridurre del trenta per cento il volume dei rifiuti, secondo i suoi calcoli, dovrebbero allungare la vita delle discariche e permettere di tagliare il traguardo. In questo quadro il massimo funzionamento del termovalorizzatore di Acerra diventa quindi vitale. Una situazione che ha convinto l’attuale responsabile della struttura di Bertolaso a scrivere a Romano sottolineando la necessità di cercare nuovi siti per aprire nuove discariche se si mantiene lo stop a Terzigno. Altrimenti il rischio di una nuova emergenza, lo sottolinea Morelli, diventa concreto. E poi resta aperto il problema del pagamento dell’impianto sulla quale torna anche l’eurodeputato Andrea Cozzolino che contesta la decisione di far pagare il termovalorizzatore alla Regione prelevando i soldi dai fondi Fas, quelli destinati allo sviluppo. «Grazie al maxiemendamento alla legge finanziaria approvato in senato, l’acquisto del termovalorizzatore di Acerra da parte della Regione Campania, che pagherà 355 milioni a Impregilo, sarà finanziato con fondi del Fas regionale e non più con fondi nazionali. È troppo chiedere una discussione pubblica su una scelta simile? È troppo chiedere che si spieghi come è stato fissato quel prezzo e quale sia il valore strategico di tutta l’operazione?».

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