Cancro e discarica, esperti indagano su due morti

Il Comune di Maddaloni chiamato a giudizio da due famiglie, il tribunale nomina i consulenti
22 luglio 2010 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino

Il Comune di Maddaloni dovrà difendersi in tribunale dalle richieste di risarcimento per i procurati «danni ambientali e patrimoniali». E ora, è stato chiamato in causa pure per «i danni biologici arrecati alle persone» dall'autocombustione di 4500 tonnellate di rifiuti contenuti nella discarica urbana dell'ex-Foro Boario. Sono stati bersagliati, ininterrottamente per tre anni, dalle diossine liberate dall'autocombustione della ubicata discarica all'incrocio tra la variante Anas Maddaloni-Capua e l'ex-statale 265. Ora, dopo aver respirato per 40 mesi i fumi (prodotti dall'incendio totale e dallo stoccaggio dei rifiuti), i residenti all'area perimetrale del sito (ex-statale 265, via De Curtiis, via Napoli) chiedono che sia loro riconosciuto lo status giuridico di «vittime dell'inadeguata gestione dell'emergenza rifuti da parte del Comune» e quindi di essere «ammessi al risarcimento danni». E per la prima volta in Provincia di Caserta, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha avviato due inchieste, una scientifica e una amministrativa, sull'operato dei sindaci e degli assessori all'ambiente, che si sono alternati dal 2003 al 2009, nella gestione di una discarica. «Ma è la prima volta in assoluto - precisa l'avvocato Saveria Rosaria Ferraro - che si valuterà l'insorgenza di patologie gravi collegata all'inalazione di fumi di combustione e all'errato stoccaggio e messa in sicurezza di una discarica. E non sulla base di correlazioni statistiche, ma sulla documentazione di due casi drammaticamente reali». È la storia di Salvatore Mataluna e di Annunziata Maiello costretti a vivere e a lavorare, presso il proprio mobilificio, a meno di 50 metri dalla discarica. «Lo dobbiamo a chi - conclude Ferraro - prima di perdere la personale battaglia contro un male incurabile, ha voluto denunciare e portare in Tribunale la mancata tutela del diritto costituzionale a vivere in un ambiente salubre». La parola passa agli esperti. Il giudice Roberto Notaro ha incaricato lo pneumologo Goffredo Alviano Galviano di «periziare lo stato di salute delle vittime» e se questo possa essere messo in relazione alla «evoluzione della discarica». In caso affermativo, il consulente tecnico d'ufficio dovrà «valutare se, come e in che misura sia verificato un danno alla salute, la compromissione dello stato psicofisico e del benessere» di chi è stato bersagliato dall'inquinamento. Il know how dell'esperto dovrà infine censire le eventuali limitazioni lavorative causate e quantificare anche i danni collegati. Una vicenda che assume anche i toni di compromessa sicurezza nei luoghi di lavoro. «L'esito del dibattimento - commenta Antonio Cuomo, presidente del comitato per la vivibilità - è seguito con vivo interesse dai gestori di megastore, cash&carry, centri commerciali e autosaloni, che sull'ex-265 vivono e lavorano». Ma tutte la storia controversa dell'ex-Foro Boario è nelle mani degli esperti. La popolazione residente nell'area perimetrale dell'invaso contesta la contaminazione potenzialmente anche delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo). E allora sempre il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su incarico del giudice Andrea Ferraiuolo, ha affidato Sante Capasso (docente di chimica fisica del dipartimento di Scienze Ambientali della Sun) una verifica scientifica «degli effetti della diossina». E sempre Capasso farà una ricostruzione documentata della gestione amministrativa del disastro ambientale. L'esperto dovrà valuterà se c'è stata corretta gestione dell'invaso (prevenzione e tutela della salute). Sarà redatta una ricostruzione documentale di tutte le fasi dell'emergenza che metterà fine alle infinita polemiche politiche sulla controversa gestione del sito.

Powered by PhPeace 2.6.4