«Cancro e discarica» Il giudice dispone una doppia perizia
Il Comune di Maddaloni dovrà difendersi in Tribunale dalle richieste di risarcimento per i procurati «danni ambientali e patrimoniali». E ora, è stato chiamato in causa pure per «i danni biologici arrecati alle persone» dall'autocombustione di 4500 tonnellate di rifiuti contenuti nella discarica urbana dell'ex-Foro Boario. Sono stati bersagliati, ininterrottamente per tre anni, dalle diossine liberate dall'autocombustione della ubicata discarica all'incrocio tra la variante Anas Maddaloni-Capua e l'ex-statale 265. Ora, dopo aver respirato per 40 mesi i fumi (prodotti dall'incendio totale e dallo stoccaggio dei rifiuti), i residenti all'area perimetrale del sito (ex-statale 265, via De Curtiis, via Napoli) chiedono che sia loro riconosciuto lo status giuridico di «vittime dell'inadeguata gestione dell'emergenza rifuti da parte del Comune» e quindi di essere «ammessi al risarcimento danni». E per la prima volta in Provincia di Caserta, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha avviato due inchieste, una scientifica e una amministrativa, sull'operato dei sindaci e degli assessori all'ambiente, che si sono alternati dal 2003 al 2009, nella gestione di una discarica. «Ma è la prima volta in assoluto -precisa l'avvocato Saveria Rosaria Ferraro- che si valuterà l'insorgenza di patologie gravi collegata all'inalazione di fumi di combustione e all'errato stoccaggio e messa in sicurezza di una discarica. E non sulla base di correlazioni statistiche, ma sulla documentazione di due casi drammaticamente reali». È la storia di Salvatore Mataluna e di Annunziata Maiello costretti a vivere e a lavorare, presso il proprio mobilificio, a meno di 50 metri dalla discarica. «Lo dobbiamo a chi -conclude Ferraro- prima di perdere la personale battaglia contro un male incurabile, ha voluto denunciare e portare in Tribunale la mancata tutela del diritto costituzionale a vivere in un ambiente salubre». La parola passa agli esperti. Il giudice Roberto Notaro ha incaricato lo pneumologo Goffredo Alviano Galviano di «periziare lo stato di salute delle vittime» e se questo possa essere messo in relazione alla «evoluzione della discarica». In caso affermativo, il consulente tecnico d'ufficio dovrà «valutare se, come e in che misura sia verificato un danno alla salute, la compromissione dello stato psicofisico e del benessere» di chi è stato bersagliato dall'inquinamento.