E al processo il sottosegretario non risponde ai pm: scelta tecnica

L'avvocato: vorrebbe rispondere ma oggi è imputato in altre udienze
22 luglio 2010 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Alla fine l’interrogatorio non c’è stato. Citato come teste assistito nel corso del processo alla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, ha trascorso una mattinata nel bunker di Poggioreale, quanto basta per declinare le proprie generalità e affidarsi alla formula di rito: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Non una scappatoia, ma una scelta processuale, al termine della mattinata napoletana di Guido Bertolaso. Non una fuga, chiarisce il suo difensore, l’avvocato dello Stato Ettore Figliolia: «Bertolaso avrebbe voluto rispondere, la scelta di avvalersi è mia, una mia strategia. Se Bertolaso è imputato in due processi in materia di rifiuti - a Roma e a Napoli - non viene qui a testimoniare su vicende connesse». Processo Romiti, Impregilo e l’ex governatore Antonio Bassolino tra gli imputati. Tre anni dopo aver svolto il ruolo di commissario per l’emergenza rifiuti in Campania, il capo della Protezione civile rivede la città delle mille emergenze («che ha trovato ordinariamente sporca»), ma soprattutto si confronta per qualche istante con giudici e Procura. In aula, incrocia lo sguardo dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Vorrebbero interrogarlo sulle «sommarie informazioni» rese a settembre del 2006, ma c’è opposizione da parte della difesa, sulla scorta della particolare posizione di Bertolaso nelle inchieste napoletane. La storia giudiziaria del capo della Protezione civile è nota: nella primavera del 2008 viene indagato per truffa, falso e traffico illecito di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione delle ecoballe. È il processo «rompiballe», che fa registrare nel 2008 lo strappo tra i due pm e il procuratore Lepore, giunto a un duplice sbocco: la richiesta di archiviazione per i reati più gravi, quali truffa, falso e traffico illecito di rifiuti (che pende dinanzi al gup di Roma); la richiesta di processo dinanzi al giudice monocratico di Napoli per un’ipotesi contravvenzionale, riconducibile allo smaltimento non autorizzato di rifiuti. Spiega l’avvocato Ettore Figliolia: «Non si tratta di scappare dal processo, la nostra non è una fuga. La decisione di avvalerci della facoltà di non rispondere nasce dalla volontà di rispettare le regole: non si può essere ascoltati come testimoni se sei imputato in altri due procedimenti paralleli, siamo pronti a rispondere alle domande della Procura ma solo nella sede adeguata». Scelta buona in campo processuale, meno convincente da un punto di vista mediatico: bastano così pochi secondi al teste assistito per dire no alle domande dei pm, per lasciarsi alle spalle la città dei fronti caldi, della emergenza risolta, ma anche delle tante insidie giudiziarie.

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