Ciclo integrato dei rifiuti, secondo ricorso di De Luca al Tar
Ciclo integrato dei rifiuti: nuovo ricorso («per motivi aggiunti») al Tar, del Comune di Salerno contro la Provincia. Dopo quello principale contro gli «indirizzi applicativi» della recente normativa statale, dettati dal presidente Edmondo Cirielli e dall'allora assessore provinciale all'Ambiente, Giovanni Romano, e la costituzione della società provinciale EcoAmbiente Salerno Spa, con il secondo ricorso il sindaco Vincenzo De Luca mette sotto accusa, in particolare, il costo per le attività di trattamento e smaltimento (o recupero) dei Rui (Rifiuti urbani indifferenziati). Per ogni tonnellata conferita, infatti, per il 2010, Salerno e gli altri 157 Comuni della provincia dovranno pagare 125 euro, come ha deliberato il consiglio di amministrazione di Ecoambiente. Secondo il nuovo ricorso di De Luca, a fronte della precedente di 96,08 euro, la nuova tariffa di fatturazione di 125 euro/tonnellata e, quindi, di 28,92 euro in più, sarebbe del tutto ingiustificata e sicuramente illegittima. Ammonterebbe, poi, a ben 400 mila euro annui l'aggravio dei costi, da porre a carico del bilancio comunale e, quindi, della collettività. La tariffa, che per legge è destinata alla copertura integrale dei costi del ciclo integrato dei rifiuti ed è a carico esclusivo dei cittadini, si compone di due distinte parti. Corrispondono ai costi delle diverse attività gestionali a carico dei Comuni, ovvero delle Province, secondo il riparto di competenze, previsto, per la fase transitoria dal decreto-legge del Governo, con conseguente autonomia delle due elaborazioni tariffarie. In base al ricorso, non sarebbe legittimo, in primo luogo, il costo di 6,20 euro a tonnellata ( il totale stimato annuo ammonta a ben 1 milione e 100 mila euro) per «ristoro ambientale». Esso non sarebbe più dovuto in quanto le relative ordinanze hanno perso efficacia a fine 2009. In secondo luogo, nemmeno gli altri costi (900 mila euro) per l'avviamento di EcoAmbiente Salerno andrebbero inclusi nel calcolo della tariffa. Al riguardo, infatti, sopperirebbe la dotazione finanziaria dettata dalla legge che assegna alle società provinciali 1,50 euro per ogni cittadino residente. A parte la questione di legittimità costituzionale dell'impianto legislativo, ai giudici del Tar viene anche segnalato, in sede di domanda sospensiva, che, grazie ad una perfetta organizzazione, i livelli di raccolta differenziata hanno raggiunto a Salerno, ad ottobre del 2009, ben il 74,16%. Il «modello Salerno», come è noto, ha classificato il Comune al primo posto dei capoluoghi di provincia dell'intero territorio nazionale. La difesa del Comune di Salerno è sostenuta dagli avvocati Antonio Brancaccio e Vincenzo Cocozza mentre la Provincia si è costituita con gli avvocati Lorenzo Lentini ed Ugo Cornetta. Eccepita, in via pregiudiziale, la competenza del Tar Lazio al posto di quello di Salerno, Palazzo Sant'Agostino sostiene che il ricorso di De Luca sarebbe nel merito del tutto infondato ed inammissibile. Sui «motivi aggiunti», depositati lo scorso 13 luglio, i legali della Provincia non hanno ancora controdedotto al Tar. Intanto, c'è chi sussurra che la battaglia giudiziaria, che è anche battaglia politica, potrebbe approdare a breve ad una sorta di "armistizio" tra Comune e Provincia. Anche i Comuni di Battipaglia e Fisciano hanno presentato ricorsi analoghi a quello di Salerno.