Rifiuti e trasporti spesa da primato e disservizi record
Sorprendente Napoli. Dal rapporto sulla città pubblicato dalla Fondazione Civicum di Milano, scaturisce un quadro a tratti incomprensibile, a tratti drammatico. Si tratta di una analisi dei dati di bilancio del Comune, comparati con quelli delle altre amministrazioni d’Italia: i numeri sono riferiti al 2008 perché l’analisi richiede lunghi tempi di realizzazione, ma i risultati sono più che attuali. Del rendiconto completo leggete nella prima parte del giornale: mostra tutti i limiti e i paradossi della gestione del denaro pubblico nel nostro comune. Ci sono però, almeno un paio di dati che meritano un ulteriore e preciso approfondimento. Sono quelli che si concentrano sugli investimenti in favore dell’ambiente, del verde e della viabilità. Il rapporto Civicum mostra, ad esempio, i numeri della gestione dei rifiuti spiegando che l’Amministrazione spende, su questo specifico fronte 189 milioni di euro. Per ottenere un dato confrontabile con tutti gli altri comuni d’Italia la fondazione milanese estrapola un dato univoco, la spesa per singolo abitante. Per la città di Napoli, il «dato comparabile» dimostra che vengono investiti ogni anno 196 euro per ogni abitante nello smaltimento dei rifiuti. Nel resto d’Italia, invece, secondo i dati raccolti dalla fondazione, si spendono in media 27 euro in meno, cioè 169 per abitante. E qui si palesa il primo, grande, punto interrogativo: se Napoli spende più del resto d’Italia nello smaltimento, perché si trova a fare ciclicamente e costantemente i conti con il dramma rifiuti? Ancora più particolare il discorso che riguarda il verde pubblico. Il rapporto presentato ieri dimostra che, sulla spesa corrente dell’Amministrazione, la gestione dei parchi e del verde e per il servizio idrico integrato pesa circa per l’otto per cento. Si tratta di una spesa decisamente superiore alla media nazionale. Anche se poi la città di Napoli risulta agli ultimi posti nella graduatoria di metri quadrati di verde pubblico per residente. Ogni napoletano ha a disposizione quattro metri quadrati di area verde, meno di un quinto di quelli che hanno in media tutti gli altri italiani che dispongono di 21 metri quadrati nelle grandi città (che si riducono a dieci per il Centro-Sud). Sul dato chiede precisione l’assessore comunale all’ambiente Rino Nasti che spiega come una analisi differente del dato possa restituire dignità al verde cittadino: se invece del rapporto abitanti-aree verdi su mette a confronto l’area urbana con il verde pubblico, la città di Napoli finisce in una posizione decisamente alta della classifica: «È questione di densità abitativa, non di mancanza di verde», spiega Nasti. In ogni modo la spesa resta fra le più alte d’Italia. Definitivo punto dolente che emerge dal rapporto Civicum sono le spese per la viabilità, che comprendono quelle per i trasporti pubblici e per la gestione delle strade. Si tratta della voce più pesante sul bilancio comunale, quella che, secondo il rapporto, arriva al 118% delle risorse di palazzo San Giacomo. In particolare sono i trasporti pubblici a gravare sulle casse comunali con un peso quasi insostenibile: 217 milioni di euro. Secondo la tecnica della comparazione dei dati, la fondazione spiega che per ogni napoletano, da zero a cent’anni, l’Amministrazione spende 225 euro all’anno in trasporti pubblici. Per capire quant’è esagerato quel valore, 225 euro, bisogna scoprire che in media le altre città d’Italia investono in trasporto pubblico meno di un terzo, appena 82 euro per abitante. Insomma, se la spesa determinasse il servizio ottenuto, Napoli rispetto alle altre città d’Italia dovrebbe avere servizi di bus e metropolitana tre volte migliori rispetto alla media. Dite voi, lettori, se pensate che sia così. C’è, infine, anche un focus sulla polizia locale che si prende circa il 6% della spesa corrente con un costo di 88 euro per abitante contro i 71 della media nazionale. A fronte del dato superiore alla media, il numero delle contravvenzioni procapite non è dei migliori: Napoli è al sesto posto, dietro Firenze, Milano, Bologna, Torino e Bolzano.