«Il registro delle patologie? Nella nostra città non esiste»
Il professore Paolo Ascierto, direttore dell’Unità Oncologia Medica del «Pascale», punta l’indice contro la passata gestione della Regione che non ha mai voluto assecondare la richiesta avanzata dall’istituto di ricerca di istituire un «registro tumori» per la città di Napoli, né ha risposto mai alle interrogazioni sul tema avanzate da Marcello Taglialatela e Salvatore Ronghi.
Professore Ascierto, non esiste, dunque, una indagine che riguardi esclusivamente i casi di tumore sviluppatisi sul territorio cittadino?
«Proprio così. Manca un registro tumori che copra il territorio cittadino. Il registro tumori della Regione Campania copre l’area della cosiddetta Napoli 4, vale a dire i comuni di Pomigliano d’Arco, Nola, Acerra e aree limitrofe. È arrivato il momento di attivare un efficiente registro su tutto il territorio della Campania, esattamente come accade nelle regioni del Nord».
Non è possibile, pertanto, stabilire se in un quartiere della città si registrano più casi di tumore rispetto a un altro?
«Esattamente. Invece è fondamentale per la ricerca avere la fotografia del territorio. È indispensabile sapere, per esempio, quanti sono i casi di melanoma a soccavo e quanti all’Arenella. Nella altre città d’Italia, da Genova a Milano ad Aviano il registro è relazionato con l’istituto tumori. Purtroppo da noi le richieste avanzate alla Regione sono rimaste inascoltate. E nessuna risposta hanno avuto le interrogazioni di Marcello Taglialatela e Salvatore Ronghi. Sono sicuro che il dottor Tonino Pedicini, attuale direttore generale, molto sensibile alla problematica, e i nuovi organi di governo regionali, saranno in grado di colmare questa lacuna».
In questi anni nessuno ha mai fatto, dunque, una ricerca sulla città?
«La Lega Italiana Lotta ai Tumori da anni cerca di fare un monitoraggio supportata dal registro tumori della Napoli 4. Ma non è una foto reale del fenomeno. Ripeto, è necessario, anzi indispensabile, l’istituzione di un vero registro tumori della Regione Campania che sia allocato presso l’Istituto Pascale. Ed il personale della Napoli 4 potrebbe cooperare con i nostri epidemiologi. Comunque, già qualche anno fa, il collega epidemiologo Maurizio Montella, stilò una sorta di black list delle città dove il rischio è più alto».
La ricerca di Montella, lo ricordiamo, sosteneva che nel Napoletano i comuni a più alto rischio sono Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano, Marigliano, Melito, Mugnano, Pomigliano, Sant’Antimo e Volla.