L’allarme del procuratore: un disastro pronto il piano per colpire i responsabili
Una mappa con numeri e percentuali. Una cartina geografica del Casertano con tanti puntini neri che illustrano l'incidenza dei crimini ambientali sulla salute della popolazione. E' un'iniziativa che punta ad ottenere risultati certi e chiari con dati scientifici sotto la supervisione del vulcanologo Enzo Boschi, storico presidente dell'Ingv. L'idea è venuta al procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo che lo ha proposto al Ministro dell'Interno Roberto Maroni il quale, in conferenza stampa in prefettura martedì scorso, ha spiegato che a settembre il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo verrà a Caserta per firmare il protocollo. «L'idea è quella di creare delle mappe di criticità ambientali per poi estendere la qualità dei controlli in tutti i territori», ha dichiarato Lembo. Ma la situazione è così disastrosa? «E' allarmante - risponde il capo della procura sammaritana, per quindici anni alla Direzione Nazionale Antimafia - certo, noi arriviamo, purtroppo, quando il male è già stato fatto e quindi possiamo bloccare il fenomeno, chiedere arresti per coloro che provocano il disastro. Ciò che manca è uno studio organico che approfondisca i dati emersi con le varie ricerche scientifiche che arrivano sulle nostre scrivanie e capire come e quando deve avvenire la bonifica del territorio». Quali sono i sistemi attraverso i quali informarsi? «Innanzitutto avvalendosi della collaborazione della seconda Università degli Studi di Napoli, poi il corpo forestale dello Stato, ad esempio, metterà a nostra disposizione il Sim, il sistema informativo della Montagna». E ancora ci saranno gli elicotteri per fotografare gli scempi ambientali dall'alto e creare le mappe. Fa eco alle parole di Lembo, il procuratore aggiunto Luigi Gay: «Il senso è quello di vedere il reato come un vero e proprio fenomeno - dichiara Gay - anticipando la soglia di controllo». «Un altro protocollo che stileremo sarà quello sul lavoro nero - anticipa il procuratore aggiunto - perché nel Casertano capita spesso di imbattersi in situazioni in cui i lavoratori vengono sfruttati a nero, rischiando a volte sulla loro pelle».