«Spazzatura e salute a rischio» il giudice condanna il Comune

L'amministrazione ora dovrà risarcire 500 euro al ricorrente
"Violato un diritto fondamentale"
17 luglio 2010 - Nicola Rosselli
Fonte: Il MattinoCaserta

Il comune di Aversa condannato a pagare cinquecento euro di danni alla persona, per aver messo a repentaglio la salute di un cittadino in occasione dell’emergenza rifiuti a cavallo tra il 2007 e il 2008, quando le strade della città erano costellate da vere e proprie montagne di immondizia. Questa, in estrema sintesi, il contenuto della sentenza che il giudice di pace di Aversa Aniello Morlando ha emesso a favore dell’avvocato Antimo Castaldo, difensore di se stesso, che, in passato, ha ricoperto anche il ruolo di assessore comunale. «Il ricorrente, attraverso prove testimoniali (foto, articoli di giornali) prodotti in giudizio ha provato che il territorio cittadino in cui vive, all’epoca dei fatti, era invaso da cumuli di rifiuti che hanno messo a repentaglio il diritto fondamentale alla salute. La pubblica amministrazione, rappresentata localmente dall’amministrazione comunale, pur avendo gli strumenti legislativi e giuridici, – si legge nella motivazione - non ha provveduto alla raccolta dei rifiuti non garantendo al cittadino un ambiente di vita salubre, disattendendo la tutela del diritto fondamentale alla salute». Una sentenza rivoluzionaria per il tenore, anche se la stessa tiene a sottolineare che la condanna del comune deriva dal compito di assicurare, come entità pubblica locale, ossia quale terminale dello Stato, il diritto alla salute. Non a caso, infatti, lo stesso magistrato monocratico ha ritenuto completamente estraneo al giudizio il Consorzio Intercomunale per lo smaltimento rifiuti GeoEco, allora responsabile della raccolta rifiuti in città, proprio perché ad essere leso è il diritto alla salute che deve essere tutelato dalla pubblica amministrazione. Sempre in tema giuridico, il giudice di pace si è ritenuto competente in risposta al legale del comune che aveva eccepito il difetto di giurisdizione a favore della giustizia amministrativa. «Ad essere leso – ha dichiarato il dottore Morlando in sentenza - è stato un diritto fondamentale ed inalienabile quale quello alla salute per cui è competente la giurisdizione ordinaria, mentre quella amministrativa cura la lesione degli interessi legittimi». Interpellato sul caso l’avvocato aversano ha tenuto a sottolineare che «nel 2007 ho pagato regolarmente la Tarsu, perché non ho mirato ad una riduzione della tassa rifiuti, come tanti, ma ho posto l’accento, in sede civile sulla lesione di un diritto costituzionalmente riconosciuto, quale quello alla salute. Sia all’epoca che oggi non ho assolutamente strumentalizzato la vicenda, né intendo farlo ora». Il problema, a questo punto sarà di verificare se altri seguiranno Castaldo. Il Comune, da parte sua, sembrerebbe intenzionato a non proporre appello alla sentenza del giudice di pace aversano, tanto che il debito di cui alla sentenza verrà riconosciuto tra i debiti fuori bilancio in occasione del consiglio comunale che si terrà il 28 o 29 luglio prossimo.

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