"No all'emergenza, responsabilità sui rifiuti"

Il richiamo di Blasco ai Comuni inadempienti: "Pagare è un obbligo". Oggi verice in Prefettura
16 luglio 2010 - Generoso Picone
Fonte: Il Mattino Avellino

«Dopo tutto quello che è successo, dopo quanto ha dovuto sopportare il territorio campano, soltanto immaginare che in provincia di Avellino si possa vivere una nuova fase di emergenza nel servizio di raccolta dei rifiuti, per giunta in una estate tanto torrida, dovrebbe indurre tutti a un maggior senso di responsabilità». A dire che il prefetto Ennio Blasco sia stupito - come lui si autodefinisce - si usa soltanto un eufemismo. È decisamente sconcertato da come si possa maneggiare con superficialità routinaria una questione tanto delicata che ha così profondamente segnato la cronaca e la storia recente della regione. L’ennesima denuncia di inadempienze da parte dei Comuni - ieri il Cosmari oggi l’Asa e IrpiniAmbiente - con il grido d’allarme di una nuovo prossimo blocco e di una pressoché inevitabile emergenza estiva non può considerarsi il solito capitolo di una vicenda che non vuol finire. Per Blasco rappresenta il momento per richiamare definitivamente tutti gli attori in campo a una completa assunzione di responsabilità. Questa mattina, quando alle 11 incontrerà i rappresentanti dell’Asa, di IrpiniAmbiente e della Provincia lo dirà con forza. Tutti devono fare la propria parte. I Comuni inadempienti dovranno pagare le somme dovute all’Asa. L’azienda dovrà svolgere in piena completezza il servizio: ogni limitazione nella raccolta potrebbe rappresentare l’inizio di una fase da cui sarebbe complicatissimo tornate indietro. Il messaggio che parte dal Palazzo del Governo è preciso. «Se le amministrazioni non onorano i propri impegni nei confronti di IrpiniaAmbiente e Asa - spiega i prefetto - ci sono gli strumenti di legge per colpirle. Significa che le società possono incalzare i Comuni con gli atti processuali previsti. Mi stupisce, al contrario, che ciò non sia mai avvenuto. Da tempo mi sono occupato dei problemi legati alla raccolta dei rifiuti in Irpinia e ho potuto constatare che puntualmente le amministrazioni non avevano versato le somme dovute, mettendo così a rischio l’attività, il servizio e la situazione igienico-sanitaria. A volte, i Comuni addirittura giustificavano tale comportamento contestando la qualità del servizio svolto: ciò mi sembra semplicemente inaudito, oltre che legalmente sbagliato. Non si può mettere a repentaglio l’attività complessiva delle società per un giudizio a posteriori: ci sono modi e tempi per farlo». Il quadro che viene delineato dalle riflessioni di Blasco è di un livello amministrativo che pare non aver ancora del tutto compreso la complessità della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, anche per le implicazioni che essa immediatamente ha sul piano sociale. «A volte sembra che si faccia banca e non economia», dice il prefetto riferendosi proprio al momento della redazione dei bilanci di previsione dei Comuni, alla normativa disattesa del pareggio delle spese. «Ma non si possono far gravare l’inefficienza e i ritardi sulla comunità, l’Irpinia non lo merita». Di fronte a uno scenario che rischia di declinare verso il ritorno dell’incubo di un paio d’anni fa, il Ministero degli Interni non starebbe a guardare, subentrando nei compiti e nelle funzioni che altri non hanno svolto. Si percepisce che il prefetto si sarebbe aspettato un altro atteggiamento anche da parte delle società, di IrpiniAmbiente e dell’Asa. Se le loro difficoltà economiche si manifestano ormai ciclicamente e con preoccupante puntualità, perché non mettere in atto azioni che abbiano pure il carattere dell’esemplarità? «La legge consegna gli strumenti per difendersi, bisogna soltanto saperli utilizzare», aggiunge. Il prefetto Blasco, prima di inviare la lettera di convocazione per la riunione di questa mattina, ha scritto ai sindaci con l’intento di acquisire tutti gli elementi in grado di comporre la situazione. Oggi inviterà tutti a comportamenti responsabili, ognuno nel proprio ruolo e per il proprio ambito. Non c’è alternativa.

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