Presentato in Commissione Ue il documento sulla Campania. Fondi ancora bloccati, Bruxelles chiede un nuovo piano

"Camorra e veleni, le autorità sapevano"

Durissimo atto d'accusa degli eurodeputati in missione investigativa
16 luglio 2010
Fonte: Il Mattino

La crisi dei rifiuti in Campania è il «capitolo più drammatico» della storia della problematica gestione dei rifiuti in molte zone dell'Italia, compreso in Lazio, Calabria, Sicilia, e forse «emblematico di una più generale storica negligenza e una mancanza di sviluppo economico nel Sud dell'Italia». È quanto si legge nel documento ieri all'esame della commissione petizioni del Parlamento europeo e realizzato dopo la missione investigativa condotta dagli eurodeputati in Campania nell'aprile scorso. Un dossier che non risparmia critiche alla gestione del ciclo rifiuti, che dedica ampio spazio alle infiltrazioni del crimine organizzato nel business dell’immondizia accusando i pubblici amministratori di non aver visto (o non aver voluto vedere), che punta il dito contro la Fibe per la spirale di ritardi e inadempienze sulla costruzione del termovalorizzatore di Acerra. Impianto, quest’ultimo, localizzato in un’area già altamente inquinata, penalizzato da una lunga battaglia legale e viziato da caratteristiche tecniche anacronistiche. Non manca una censura sulla raccolta differenziata: la relazione degli eurodeputati che hanno partecipato alla missione nella nostra regione rimarca, infatti, come l’obiettivo del riciclo (soprattutto per quel che riguarda i rifiuti domestici) sia ancora ben lontano dall’essere raggiunto. Vista la situazione in Campania, l’Europa ha sospeso i finanziamenti: circa 10,5 milioni assegnati con la programmazione 2000-2006 restano congelati, da sbloccare anche 135 milioni relativi al periodo 2007-2013. Perché il sostegno economico possa essere riattivato, la Commissione raccomanda ora alle autorità regionali la realizzazione di un piano di gestione rifiuti (che dovrà poi avere l’ok dell’esecutivo Ue) con calendario dettagliato delle infrastrutture da realizzare e della tempistica d’intervento. L’assessore all’ambiente Giovanni Romano, intervenendo a Bruxelles, ha garantito che il programma sarà avviato dalla prossima settimana partendo dai rifiuti speciali e proseguendo poi con le bonifiche, la tutela delle acque, le immissioni in atmosfera. «Sto provando a invertire la rotta», ha detto Romano, precisando che «non ci sono al momento alternative ai termovalorizzatori di Napoli e Salerno» e che «la discarica di cava Vitiello a Terzigno non si farà». Molto terreno da recuperare, molte ombre da tenere lontane. Nel rapporto della commissione petizioni si parla di «implicazione del crimine organizzato nel lucrativo processo dei rifiuti». Poi l’affondo sulle responsabilità dei pubblici amministratori, che non avrebbero potuto non sapere: «Il legame fra il crimine organizzato e la gestione dei rifiuti risale a molto tempo fa. È inconcepibile che le autorità, o almeno alcune di esse, non fossero consapevoli». Il dossier presentato in commissione si sofferma poi sul nodo inceneritori. Il primo impianto, quello di Acerra, è arrivato soltanto nel marzo 2010 «e i motivi del ritardo sono multipli». Il luogo scelto era «già una zona molto inquinata e agli abitanti era stata promessa da anni la bonifica». La costruzione, sottolinea il documento, è stata ritardata da «interminabili battaglie legali» non solo sulla localizzazione dell'impianto, ma anche per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, «completamente anacronistiche», proposte da Fibe (consociata di Impregilo), società che aveva vinto la gara d'appalto. L'impianto, così com'è stato visitato dalla delegazione, si ricorda nel documento, «non è stato completato da Fibe, ma da Partenope Ambiente, che ha aggiornato il progetto ed è responsabile del relativo management», mentre Fibe è ora sotto inchiesta. Il mancato rispetto, da parte della Fibe, delle condizioni previste dal contratto per realizzare due inceneritori e sette impianti di produzione di ecoballe, si legge ancora, «è vista da molte persone come una delle causa principali di molti dei problemi di oggi». Inoltre - è l'analisi contenuta nel documento - «i progressi nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio dei rifiuti domestici sono stati minimi» e i rifiuti continuano ad essere trasportati in discarica.

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