Mancano i fondi, si ferma la bonifica dell’ex Isochimica
È ufficiale il blocco delle operazioni per bonificare l'area dell'ex Isochimica di Pianodardine. La ditta appaltatrice dei lavori ne ha inviato comunicazione al responsabile del procedimento presso il Comune di Avellino, Giuseppe Blasi, motivando lo stop con ragioni di ordine economico che avevano già determinato la chiusura del cantiere fin dall'aprile scorso. Dopo aver anticipato i 2 milioni di euro necessari a completare la bonifica del sito, la Eurokomet è a corto di soldi, non soltanto per l'aumento dei costi di smaltimento dell'amianto, ma anche perché la differenza per eccesso di amianto presente nello stabilimento rispetto alla quantità preventivata, impone di investire una somma maggiore. Il blocco, se da un lato non costituisce una sorpresa, dal momento che il direttore dei lavori della Eurokomet, Francesco Barbieri, aveva già spiegato dalle colonne de Il Mattino, le difficoltà della ditta a continuare, d'altro canto impone la ricerca di una soluzione, per chiudere la terza fase dei lavori, con la rimozione dei cubi di cemento amianto. Ciò che manca, insomma, per porre fine a una vicenda aperta ormai da troppi anni. «Vuol dire restare fermi - afferma Gerardo Bilotta, presidente della commissione comunale speciale di vigilanza su Pianodardine - con la preoccupazione che si superi lo scoglio di queste difficoltà finanziarie. Si può disquisire quanto si vuole, ma resta il fatto che queste attività costano e la ditta ha già anticipato una grossa somma. Almeno - aggiunge -, Asl e Arpac hanno garantito che non ci sono pericoli per la popolazione, cosa che ci rasserena dal punto di vista della sicurezza per la salute». L'incognita da sciogliere per la prosecuzione dei lavori non è però cosa di poco conto, mentre ancora non si ha alcuna indicazione in merito alle decisioni del Tribunale, per cui sarà convocato in commissione il curatore fallimentare. Quanto all'amministrazione comunale, si apre una nuova fase di attesa. «Abbiamo avviato la procedura per l'esecuzione dei lavori in danno - spiega il dirigente del settore Ambiente Giovanni Valentino - poi la ditta si è attivata e, rispetto alla scadenza di 15 giorni dalla metà di giugno, ci sarebbero solo circa due settimane ritardo. Ma adesso, dopo quanto ci è stato comunicato, abbiamo nuovamente la necessità di procedere. Possiamo, però, solo inviare una sollecitazione ed eventualmente, se non si trovasse una soluzione alternativa, riattivare la procedura in danno». Tuttavia, questa ipotesi potrebbe non essere risolutiva, dal momento che è proprio un ostacolo di natura economica a bloccare la strada della bonifica. Una soluzione diversa potrebbe essere quella di trovare un'altra società che completi i lavori, accreditata anche da alcune voci secondo le quali la Pescatore avrebbe ceduto il ramo d'azienda impegnato nella bonifica e si riserverebbe ora di comunicare, appunto, il nome di una nuova ditta. Attesa anche per i lavori della commissione di vigilanza, dopo il nulla di fatto di ieri mattina. «Abbiamo incontrato il dottor Gaetano Morrone, del Servizio Epidemiologia e Prevenzione della Asl Avellino - spiega Bilotta -, che avrebbe dovuto riferire gli esiti dello studio commissionato dalla Provincia sulle condizioni ambientali dei comuni della Valle del Sabato, ma ci è stato chiesto di aggiornare la seduta a settembre. C'è l'esigenza di compiere ulteriori accertamenti e comprovare quanto rilevato, per ridurre al minimo eventuali errori in modo da non creare allarmismi inutili».