Impossibile monitorare la qualità dell’aria

Tagli all'Arpa e le centraline vanno in tilt

Non rinnovati i contratti dei direttori dei dipartimenti e delle altre ditte di manutenzione
11 luglio 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Da più di dieci giorni la qualità dell’aria in città non viene più controllata. Le centraline sono in tilt, restituiscono pochissimi dati che non servono quasi a nulla. Dall’inizio di luglio il quotidiano bollettino dell’Arpa Campania con i dati sui veleni che si respirano in città, è tutto costellato da spazi vuoti: dato non disponibile. Il problema è nascosto nella gestione delle nove centraline dislocate su tutto il territorio cittadino. Hanno bisogno di manutenzione costante, quotidiana. Ma il contratto con le due ditte che si occupavano delle verifiche giornaliere è scaduto a dicembre del 2009. Le ditte hanno accettato di proseguire anche dopo la scadenza, in attesa del nuovo bando. Ma siccome non c’è stata ancora la gara d’appalto, hanno alzato bandiera bianca e sono andate via. Negli ultimi mesi è stata solo la buona volontà degli operatori, unita all’inventiva dei responsabili dei vari settori, a garantire il funzionamento di quegli apparecchi. Ma lo scorso trenta giugno la scure dei tagli si abbattuta anche sull’Agenzia per la protezione ambientale. Ai direttori dei dipartimenti è stato dato il benservito e anche quelle verifiche in autonomia e un po’ arrangiate sono finite. Così tutto il sistema di verifica della qualità dell’aria in città è andato, all’improvviso, a farsi benedire. Non sono state registrate polemiche e proteste per la singolare vicenda. Nessuno ha cercato di far conoscere alla cittadinanza la particolarità di questa situazione: né i responsabili dell’ambiente sul territorio (assessori, dirigenti), né le associazioni ambientaliste che abitualmente sono molto attente alle questioni legate ai veleni nell’aria. Delle nove centraline disseminate in città, quella dell’Osservatorio Astronomico è l’unica che resiste e restituisce quotidianamente dati leggibili. Quella dell’ospedale Santobono è rimasta in funzione fino al quattro di luglio ed ha registrato sforamenti a ripetizione fino a quel giorno, poi s’è inesorabilmente arresa senza più riuscire a presentare dati ufficiali. Le rilevazioni effettuate presto l’istituto tecnico di via Argine sono andate avanti a singhiozzo fino all’ultimo black out che è stato registrato giovedì scorso. Quel giorno ha segnato il definitivo collasso dell’intero sistema di controllo sull’aria cittadina. Risultati utili restituiti solo dalla centralina dell’osservatorio, tutte le altre otto non sono state in grado di fornire segnali leggibili. E proprio all’otto luglio sono fermi i bollettini ufficiali consultabili liberamente presso l’Arpac. In questo momento la situazione nella struttura che si occupa del controllo della qualità dell’aria, è difficile. A sette mesi esatti dal conferimento dell’incarico, lo scorso 30 giugno, è stato dato il benservito a Franco Scarponi che ricopriva il ruolo di direttore tecnico. Oggi Scarponi è tornato all’Arpa Emilia Romagna dalla quale proveniva ma tutto lo staff che l’aveva seguito in questi difficili mesi, è rimasto senza punti di riferimento. Era stato il direttore a inventarsi la task force che tamponava la falla della mancanza di aziende per le verifiche sulle apparecchiature, aveva anche messo a disposizione del gruppo l’auto della quale era stato dotato. Sapeva a chi rivolgersi per la pulizia, per il reperimento dei gas necessari al funzionamento. Senza direttive il gruppo è entrato in crisi. E la città non è più in grado di sapere se l’aria che respira è pulita o avvelenata.

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