"I Regi Lagni come un boulevard dell'acqua"
Non un semplice progetto di risanamento e riqualificazione di un’ampia area devastata da anni di cecità, inciviltà e incuria, ma una vera e propria strategia di ripianificazione complessiva dei Regi Lagni e delle realtà territoriali da questi interessate, è quella che è stata presentata ieri presso la sala consiliare della Provincia. Si ricomincia da un’idea di partenza, secondo cui a tale strategia siano chiamate a prendere attivamente parte non solo le singole istituzioni, ma l’intera collettività, a partire dal mondo dell’imprenditoria fino ad arrivare alle associazioni, come ha ripetutamente sottolineato con forza il direttore dell’Arpac, Alfonso De Nardo: «In una realtà così complessa non ci può essere intervento efficace se si pensa a un semplice progetto di trasformazione condotto da una singola amministrazione. Un durevole intervento in positivo richiede una molteplicità di diversi attori istituzionali e il coinvolgimento dei privati, con i quali creare delle sinergie nel rispetto pieno della legalità. Il Consorzio di bacino esiste per mettere insieme tutti i tasselli, perché ciascuno sostenga l’altro, garantendo la cooperazione giorno per giorno». De Nardo, che è anche commissario del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno, ha anche aggiunto che nei 23 comuni attraversati dai Regi Lagni «sotto la coltre del degrado ci sono elementi di splendore e rilevanza che aspettano di essere valorizzati». Ed è proprio per realizzare in concreto il recupero complessivo e un’opera di valorizzazione che è stato chiamato dalla Regione l’architetto Andreas Kipar, uno che in fatto di risanamenti ha una certa esperienza, avendo collaborato nella bonifica del bosco di Mestre, dopo aver visto sotto i suoi occhi la rinascita del bacino tedesco della Ruhr. Con piglio deciso, il paesaggista ha esordito affermando che «quando le problematiche si intrecciano va tagliato il nodo, non servono mega-progetti di riqualificazione, che sono figli di una vecchia concezione, quella degli anni 80: la trasformazione deve passare per centinaia di progetti gestiti alcuni dal Comune, altri dalla Regione, o dagli imprenditori, dalle associazioni. Non bisogna legarsi a un unico grande progetto perché se fallisce questo poi fallisce tutto, ma bisogna dare vita a una serie di interventi». Forte anche l’invito da parte dell’architetto a non abusare troppo del tempo a disposizione: «Non bisogna aspettare i tempi di studi o monitoraggi, questi ultimi devono essere fatti ma nel mentre è necessario iniziare ad agire». Questioni metodologiche a parte, sono molteplici le idee del progettista tedesco, tutte accompagnate da render illustrativi: e così la discarica di Marcianise diventa una collina verde circondata da un parco agricolo, il canale dei Regi Lagni che passa per Castelvolturno si trasforma in un «boulevard dell’acqua», e poi ancora si ventila la possibilità di creare oasi naturalistiche, arricchite da strutture di valore artistico. L’obiettivo, insomma, è «dare avvio ad un processo che attiri altri investimenti, non lasciare che le bellezze come la reggia di Carditello vadano in malora». Moltissime, insomma, le idee sul tavolo per prendere in mano una situazione rispetto alla quale, come dichiarato in apertura dell’incontro dal presidente della Provincia Domenico Zinzi, «scontiamo ancora dei gravi ritardi. Basti pensare che dobbiamo ancora completare il famoso Progetto PS3, che prevedeva la realizzazione, fra l’altro, dei collettori fognari. Un progetto, questo, iniziato oltre trenta anni fa e mai ultimato. La riqualificazione e il risanamento dei Regi Lagni devono avvenire in tempi brevi, superando le lungaggini che troppo spesso hanno caratterizzato l’attività delle amministrazioni pubbliche».