La bomba ecologica La carcassa della «Sassari Primo» da trent’anni al largo del Castello di Baia

Bacoli, cinquemila firme contro il relitto dei veleni

Semiaffondata e arrugginita, i ragazzini la usano per i tuffi
I residenti: basta, ora la bonifica
8 luglio 2010 - Patrizia Capuano
Fonte: Il Mattino

Nave dei veleni a Bacoli Bacoli. Una petizione per rimuovere la nave Sassari Primo, ferma da quasi trent’anni nello specchio acqueo antistante il Castello aragonese di Baia. In cinquemila, residenti e bagnanti, hanno firmato affinché il tratto marino sia liberato dall’imbarcazione, tra l’altro pericolosamente usata dai ragazzi per tuffarsi in acqua. «È pericolosa – afferma un diportista, Antonio Rinaldi - oltre ad essere un intralcio alla navigazione leggera, è adoperata come trampolino. Ed è diventata un ammasso di ruggine e lamiere roventi». Bloccata nella rada di Baia dagli inizi degli anni ’80, la Sassari Primo fu immatricolata a Cagliari come nave mercantile e faceva la spola tra le coste campane e la Sardegna; in seguito a vicende giudiziarie, fu pignorata e fermata, per poi essere abbattuta. «Ma per la demolizione si attende una gara a pubblico incanto – spiegano dalla guardia costiera - i lavori devono essere affidati a una ditta specializzata nello smaltimento dei residui ferrosi». Lunghi iter e ostacoli burocratici hanno di fatto rinviato di decenni l’asportazione e la distruzione dell’imbarcazione e la bonifica del tratto marino circostante. La Sassari Primo resta ferma anche per questa estate in una delle più belle insenature della linea di costa, a pochi metri dal famoso eremo aragonese che ospita il museo archeologico dei Campi Flegrei. I bagnanti che raggiungono la spiaggetta incontaminata alle pendici del castello non possono fare a meno di notare l’imbarcazione in parte affondata e con la chiglia incastrata tra i fondali. «Deturpa il paesaggio e l’habitat marino. La posidonia in quel tratto sta scomparendo», assicura Maria Scotto, appassionata di immersioni subacquee. A poche decine di metri, lungo il litorale, fino a qualche anno fa giaceva il cosiddetto «cimitero delle navi» davanti alla spiaggia della Beata Venere. L’ammasso di lamiere è stato rimosso solo nel 2004: la linea di costa, finalmente libera dalle carcasse, ha riacquistato la sua bellezza, e tuttavia qualche residuo metallico è rimasto tra la sabbia e i fondali

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