E Caldoro cancella la discarica di Cava Vitiello a Terzigno
«Tranquilli per almeno due anni». Questo in sintesi lo stato d’animo espresso ieri dal governatore Stafano Caldoro ai parlamentari della commissione d’inchiesta sulle Ecomafie. Il presidente ha tracciato il quadro sull’intera situazione del ciclo dei rifiuti, confermando un’autonomia di smaltimento di almeno 24 mesi e annunciando la realizzazione di tre termovalorizzatori e, al contempo, la probabile rinuncia alla nuova discarica prevista a Terzigno in Cava Vitiello. «Abbiamo deciso che la discarica di Terzigno nel Parco del Vesuvio, su cui ci sono polemiche, si puo’ anche non fare - ha riferito Caldoro in commissione - Ma a due condizioni: che vi sia un impegno straordinario dei Comuni sul fronte della riduzione dei rifiuti e che gli altri impianti previsti vengano subito costruiti, a partire dai dodici compostaggi che dovrebbero consentirci di arrivare al 60% sifferenziata entro il 2013». Attualmente in Campania funzionano cinque discariche: Sant’Arcangelo Trimonte nel Sannio, Savignano in Irpinia, San Tammaro nel Casertano e, in provincia di Napoli, Chiaiano e la Sari 2, già ubicata proprio a Terzigno. Per evitare un nuovo sversatoio nel Vesuviano si dovrebbe riaprire per poco più di un anno la discarica salernitana di Macchia Soprana a Serre, e intanto si accelererà sui termovalorizzatori che affiancheranno Acerra: quelli in project financing di Napoli Est e Salerno e un impianto a Giugliano dedicato completamente alle vecchie ecoballe, che dovrebbero trovare posto in un’area al confine tra le province di Napoli e Caserta. E sul fronte legalità Caldoro ha parlato di «vera e propria svolta», visto che entro ottobre dovrebbe funzionare il sistema regionale di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti.