Rifiuti, via libera a finanziamenti per 700 milioni

Disco verde della cassa depositi e prestiti, 300 Comuni in attesa: ora potranno estinguere i debiti
7 luglio 2010 - Livio Coppola
Fonte: Il Mattino

Un maxi-prestito da 700 milioni per aiutare i Comuni a pagare i debiti sui rifiuti. La disponibilità arriva dalla Cassa depositi e prestiti, che ieri ha mostrato il disco verde all’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, recatosi a Roma prima per accompagnare il governatore Caldoro in commissione bicamerale Ecomafie, poi proprio per strappare all’istituto finanziario pubblico il sì rispetto a una proposta che ora potrebbe in gran parte risolvere la situazione finanziaria di oltre 300 Comuni campani, che in quindici anni hanno accumulato un passivo enorme sulle operazioni di smaltimento della spazzatura. Il buco da risanare si divide così: 300 sono i milioni che le amministrazioni devono all’ex commissariato per l’emergenza - oggi denominato «Unità stralcio», gestita dalla Protezione civile - e ad essi si aggiungono i 400 dovuti ai consorzi di bacino che fino a oggi hanno gestito discariche, impianti e parte delle operazioni di raccolta. La Cassa depositi e prestiti, dopo l’incontro di ieri, si dice pronta a prestare a ciascun Comune moroso la quota necessaria ad estinguere il debito, ma prima che ciò possa avvenire sarà necessaria una norma ad hoc per eludere i tetti del Patto di stabilità per gli enti locali. «La Cassa depositi e prestiti è un ente che sostiene gli investimenti pubblici, dunque occorre una norma che consenta ai Comuni di chiedere il finanziamento - spiega Romano - Per questo abbiamo già consegnato una memoria al sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino in cui annunciamo che, con l’assistenza tecnica degli esperti della stessa Cassa, produrremo un emendamento alla manovra finanziaria che consenta di non conteggiare i prestiti all’interno dei tetti di spesa imposti agli amministratori». In caso di via libera dal governo e dal Parlamento, nelle prossime settimane i Comuni, dopo aver inviato alla Regione i dati contabili sullo smaltimento rifiuti (non saranno ammessi prestiti per debiti fuori bilancio, ndr), potrebbero già inviare a Roma la richiesta di finanziamento, cominciando dunque a limitare il passivo sui servizi ambientali, e in attesa di recuperare contestualmente i crediti non riscossi dai cittadini sulla Tarsu. Il primo ente ad approfittare della norma dovrebbe essere proprio il Comune di Napoli, che attualmente fa registrare un debito con l’ex commissariato pari a 120 milioni di euro. «È un’occasione importante - continua Romano - per estinguere i contenziosi e garantire, nel caso dei consorzi di bacino, il pagamento degli stipendi arretrati al personale. Di contro stiamo sollecitando il ministero dell’Ambiente a sbloccare i fondi che alcuni Comuni devono invece ricevere, come ristoro per avere ospitato impianti (come Serre, San Tammaro o la stessa Napoli per Chiaiano, ndr). In questo caso parliamo di una cifra complessiva di 220 milioni». Altro nodo da sciogliere resta quello sui dipendenti di tutto il ciclo dei rifiuti. Le Province stanno acquisendo gradualmente tutte le competenze sullo smaltimento e sugli impianti, ma i sindacati restano preoccupati sul destino degli attuali lavoratori di consorzi e partecipate, un bacino di circa 10mila addetti. Gli esuberi saranno inevitabili, ma la Regione punta al loro riassorbimento. «Dopo aver avuto i dati su tutte le piante organiche dei consorzi possiamo dire che gli esuberi si assesteranno su 700 unità - chiarisce Romano - È una cifra imporante ma che non mi spaventa, perché potremo recuperarle con l’apertura dei nuovi impianti di compostaggio e dei termovalorizzatori che abbiamo previsto a Napoli Est, Salerno e Giugliano». E nell’attesa che i nuovi posti di lavoro diventino disponibili ci sarebbe già un’intesa con il ministero del Lavoro per garantire la cassa integrazione ai lavoratori in uscita.

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