Riparte la differenziata, corsa contro il tempo

Sei mesi di stop da recuperare, scatta il nuovo piano. Caos nelle zone dove il servizio è già attivo
4 luglio 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

S’era arenato nel mese di febbraio il programma di raccolta differenziata porta a porta del Comune di Napoli. Era rimasto incagliato nella secca della mancanza di fondi che paralizza qualsiasi attività, anche quelle che servirebbero a rendere migliore la vita dei cittadini. Ora, però, la macchina organizzativa può ripartire. Dalla Regione sono arrivati fondi specifici destinati alla raccolta differenziata. Così palazzo san Giacomo può rilanciare sugli investimenti per sei milioni e mezzo di euro in compattatori e camion destinati alla raccolta delle differenti frazioni, e può anche ipotizzare un rilancio del programma di informazione ai cittadini che viene valutato un milione e settecentomila euro. Subito dopo l’estate dovrebbe essere allargato il bacino di raccolta porta a porta. L’assessore Giacomelli di fronte a un dato attuale che si aggira intorno al 20% sul totale dei rifiuti, giura che riuscirà ad arrivare al 30% di materiale differenziato entro il prossimo Natale. E di fronte allo scetticismo è pronto a lanciare una sfida, come leggete nell’intervista qui a destra. Prima di rilanciare sull’ampliamento delle zone dove portare la raccolta differenziata, però, sarà necessario riprendere il discorso nei quartieri dove l’iniziativa è già partita. I dati restituiti dagli ultimi rilevamenti non sono confortanti: in particolare a San Giovanni le cose non vanno bene, così come al rione Incis. Leggermente meglio a Bagnoli e ai quartieri collinari, ma le difficoltà sono sempre dietro l’angolo. Anche perché si sta sviluppando in maniera prepotente il fenomeno della «migrazione del sacchetto». Sembra una battuta, invece è una questione molto seria. A Napoli, per dribblare i problemi della differenziata, la spazzatura viene spostata da un quartiere all’altro. E c’è di più: nella nostra città finiscono anche centinaia di sacchetti direttamente dalla provincia. Molte persone che provengono da Comuni dove è scattata una rigida raccolta differenziata, quando arrivano a Napoli la mattina per andare al lavoro, si portano dietro l’immondizia e la depositano lungo la strada. Così cresce il fenomeno delle discariche abusive lungo le strade di ingresso, e aumenta anche in maniera considerevole il volume della spazzatura che Napoli deve gestire. In particolare nei quartieri di «accesso», Bagnoli da un lato e San Giovanni-Porto dall’altro, il Comune ha registrato un aumento del 10% di immondizia da raccogliere. Il fenomeno della «migrazione interna» del pattume, contribuisce invece a rendere meno leggibili i dati della raccolta. Se i cittadini delle zone dove è scattata la differenziata si liberano dei rifiuti portandoli nei cassonetti degli altri quartieri, il peso totale dell’immondizia prodotta cala drasticamente: così le percentuali della differenziata che sembrano altissime sono semplicemente frutto di un piccolo «imbroglio». Se venisse considerato il volume reale dei rifiuti prodotti, quelle percentuali così esaltanti sarebbero molto più basse e il problema dell’organizzazione e della gestione della differenziata esploderebbe con maggior prepotenza. Per adesso si fanno sentire le proteste. Anche se sono presentate in forma moderata, sono pressanti. Con l’arrivo del caldo aumentano i problemi di «conservazione» dei rifiuti, occorrerebbe un aumento della frequenza di raccolta della frazione organica, ma per adesso non è possibile, così la gente è costretta a tenersi in casa sacchetti maleodoranti. Sarebbero necessari anche frequenti lavaggi e disinfezioni dei bidoni che sono stati lavati l’ultima volta all’inizio di giugno e che già oggi hanno un odore nauseabondo. Esistono poi le questioni considerate «di nicchia» e che invece sono più diffuse di quanto si pensi. Il volume dei pannolini, ma soprattutto dei pannoloni che utilizzano gli anziani, è più alto di quanto fosse preventivato. Quella roba, gettata nell’indifferenziata, produce effetti nauseabondi. Il Comune ha ipotizzato di predisporre cassonetti di raccolta ad hoc.

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