La denuncia del Tribunale del Malato

Isochimica, il giallo dell'amianto

5 luglio 2010 - Roberta Mediatore
Fonte: Il Mattino Avellino

Isochimica Il Tribunale del Malato torna alla carica sulla questione dell’amianto all’ex Isochimica e chiede chiarimenti in merito a due aspetti che il presidente Carlo Caramelli ritiene fondamentali: la bonifica dello stabilimento di Pianodardine e la sorveglianza sanitaria per monitorare lo stato di salute di operai esposti ed ex esposti a rischio amianto e dei residenti nella zona vicina alla stazione ferroviaria di Avellino. «A distanza di 18 anni dalla legge di dismissione dell’amianto, rimangono ancora molte perplessità - afferma Caramelli - dal momento che non abbiamo avuto notizie né di risultati relativi alla sorveglianza né per quanto riguarda l’amianto occulto, che è rimasto là e dicono sia stato tombato. Ma può stare là sotto? Il piano regionale per l’amianto prevede che questo materiale pericoloso sia portato in apposita discarica speciale per rifiuti tossici; quel sito è isolato, ha i requisiti di una discarica del genere?». Ancora una volta Caramelli riapre una pagina che definisce «vergognosa», chiamando in causa il direttore generale dell’Asl Av2, l’Arpac, il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, il prefetto Ennio Blasco, la direzione generale ambiente della Commissione Europea, le Commissioni errori sanitari di Camera e Senato, il sub commissario regionale alla Sanità Giuseppe Zuccatelli e il presidente della commissione consiliare di vigilanza su Pianodardine del Comune, Gerardo Bilotta. L’obiettivo è verificare se la Asl abbia stilato un elenco dei lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto e se siano stati sottoposti a sorveglianza sanitaria. Inoltre, Caramelli chiede un’informativa sul piano di bonifica e su quello di risanamento. «Credo che la sorveglianza non sia stata completata - dice Caramelli - ma ritengo che andrebbe estesa a tutta la popolazione residente». Nel fare il punto sull’opera di risanamento, il direttore dei lavori di bonifica per la Eurokomet, Francesco Barbieri, usa però toni rassicuranti e garantisce che «l’amianto pericoloso è stato rimosso e non si sprigiona nell’aria, mentre quello tombato può restare dov’è. Un’analisi condotta dall’Università di Napoli ha appurato che si trova a una profondità di circa 8 metri, mentre la falda acquifera è sicura, a 35 metri sotto la superficie». Barbieri spiega poi che le prime due fasi sono state concluse, con la rimozione dei cubi di cemento amianto e dell’amianto negli uffici e nei capannoni. «Restano - precisa - la parte nei blocchi e quella stipata in magazzino, ma sono entrambe incapsulate». Intanto prosegue il lavoro della commissione consiliare comunale presieduta da Bilotta, impegnata in diverse audizioni. Quella con il presidente dell’Asi Pietro Foglia è slittata a oggi, dopo il nulla di fatto di due giorni fa per impegni in consiglio regionale. «Poi - aggiunge Bilotta - dovremo chiudere la partita in una riunione congiunta con Asl e Arpac, anche perché l’azienda sanitaria ha chiuso giorni fa un procedimento sullo stato di salute della valle del Sabato e dei comuni limitrofi». Tuttavia non manca in commissione qualche voce dissonante, come quella di Stefano La Verde: «Sono molto scettico - dice - perché si sta restringendo il campo all’ex Isochimica quando è da valutare tutto il nucleo industriale. Comprendo l’impegno di Bilotta ma, da medico del lavoro, ritengo che se l’ex Isochimica abbia causato dei danni, ormai li ha fatti già, perché le neoplasie causate dall’amianto possono manifestarsi anche dopo 25-30 anni».

Powered by PhPeace 2.6.4