Iervolino a De Gennaro: «Situazione drammatica»

14 maggio 2008 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Il consiglio dei ministri si riunirà a Napoli, in prefettura, mercoledì prossimo 21 maggio. La conferma della data è giunta ieri, al termine della prima giornata di dibattito sulla fiducia al governo Berlusconi e del sopralluogo effettuato da una delegazione del cerimoniale di palazzo Chigi a Napoli tra la sede della Prefettura e Palazzo Reale. Berlusconi, assieme al pacchetto sicurezza, ai provvedimenti per la detassazione dello straordinario, per la cancellazione dell'Ici sulla prima casa, varerà anche la task force che dovrà occuparsi dell'emergenza rifiuti. «Uno scandalo — ha tuonato il premier nel suo discorso alla Camera — che deve finire e finirà».

Tramontata l'ipotesi di un sottosegretariato ad hoc per via dell'esiguo numero di nomine a disposizione, Berlusconi sta pensando ad un organismo collegiale con una duplice funzionalità: quella tecnico- operativa assegnata a Guido Bertolaso e al dipartimento della Protezione civile; e la seconda, meramente politica, affidata ai ministri dell'Ambiente (Stefania Prestigiacomo) e dell'Interno (Bobo Maroni).

Ieri, il primo vertice a Palazzo Chigi, alla presenza anche del riconfermato capo di gabinetto del Viminale e commissario per l'emergenza rifiuti, Gianni De Gennaro (per il quale si prevede una proroga dell'incarico fino al 10 giugno) per discutere del pacchetto sicurezza, ma soprattutto per confrontarsi sulle prossime mosse da sostenere per far fronte alla gravissima crisi della raccolta della spazzatura in tutta la regione. In sole 24 ore i vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere settantasette roghi. Quattromila sono le tonnellate di rifiuti che sommergono Napoli e la sua provincia: in corso Umberto, all'altezza di porta Nolana, ieri mattina sono stati rovesciati alcuni cassonetti in strada e i commercianti hanno protestato per il sensibile calo degli affari. Da Roma, il segretario del Consiglio nazionale dei chimici, Fernando Maurizi, addiritura suggerisce l'ipotesi di intentare una «causa per molestia olfattiva contro gli enti locali e le società che gestiscono i rifiuti ».
Quarantottomila sono le tonnellate giacenti nelle strade di tutta la Campania, con picchi nel Casertano (Marcianise) e, in provincia di Napoli, a Castellammare, dove, a causa della rischiosissima situazione igienica, l'amministrazione comunale comunica di essere pronta a chiudere le scuole e i mercati. A San Giorgio a Cremano sono oltre 250 le tonnellate di spazzatura in strada e le montagne di immondizia invadono anche il centro. Ma la striscia dell'emergenza avvolge come una corda il collo di tutti i popolosi comuni dell'hinterland. La nuova crisi è provocata dall'arresto delle attività nel Cdr di Casalduni e di Santa Maria Capua Vetere per saturazione degli spazi di stoccaggio delle balle. A Ferrandelle, a Santa maria la Fossa, dove pure si è giunti a saturazione, si sversa soltanto la frazione organica stabilizzata.
Oggi, la sindaca di Napoli, Rosa Russo Iervolino, incontrrerà De Gennaro al quale, dopo avergli fatto recapitare una nota scritta ieri mattina, comunicherà la decisione del consiglio comunale contraria all'utilizzo della cava di Chiaiano. La Iervolino, benché si è detta nei giorni scorsi in disaccordo con quanto stabilito dal consiglio, ha manifestato tutta la sua preoccupazione «per il caldo in arrivo e la drammatica situazione della raccolta». Una preoccupazione che è stata sottolineata anche dal presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma: «Facciamo presto — ha affermato — ad attivare ogni strumento utile a togliere la spazzatura dalle strade perché la situazione è ormai drammatica. Sono convinto che il governo da subito attiverà tutte le iniziative per risolvere questa ennesima crisi dei rifiuti, senza attendere la prossima settimana». Insomma, ora toccherà a Berlusconi e ai suoi uomini provvedere così come promesso. Mentre si erge come un urlo fuori dal coro l'appello del sindaco di Quarto, Sauro Secone, il quale in un alettera aperta al premier ha chiesto di «non smantellare la struttura commissariale ».

 

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