Romano a Maroni: differenziata in ritardo, sindaci da rimuovere

Comune, debiti per 700 milioni
"Per un ripiano si lavora ad un'intesa con la Cassa depositi e prestiti"
1 luglio 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Per la gestione del ciclo dei rifiuti sta lavorando a un piano di 3 punti. L’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, però, intuisce che la strada è impervia: «Non aprendo Terzigno so bene che non siamo in grado di gestire bene la situazione fino alla realizzazione dei 2 termovalorizzatori, tra almeno 36 mesi. E il primo punto del piano è mitigare questo rischio, allungando la vita degli impianti esistenti». Poi aggiunge: «Non ci sarà nemmeno una consulenza, faremo con personale interno che abbonda».
Qual è il piano assessore?
«Bisogna allineare il sistema in tre punti. E quindi il piano regionale dei rifiuti entro 4 mesi, quello dei rifiuti speciali entro 60 giorni, quello delle bonifiche entro 60 giorni».
Rimane la raccolta differenziata con percentuali bassissime.
«Abbiamo troppi comuni che non la fanno e chiederò al ministro Maroni di intervenire con i sindaci inadempienti o pigri. Di certo considerato che siamo appena al 18 per cento e che gli obiettivi Ue sono di gran lunga lontani dall’essere raggiunti, occorre necessariamente convincere i 200 sindaci a fare la differenziata».
C’è però il paradosso dell’organico che viene spedito in Sicilia come avveniva per la Germania.
«Oggi si paga fino a 200 euro a tonnellata per mandare fuori la frazione organica. Attualmente abbiamo 12 impianti in fase di realizzazione e i due più avviati sono quelli di Salerno ed Eboli. Gli altri 10 o sono in costruzione o hanno le procedure avviate. E dal primo settembre gli Stir non potranno più produrre rifiuti che non siano biostabilizzati, una tecnica che riduce del 30 per cento il volume dei rifiuti e recupera la frazione organica».
Lei ha trovato una situazione pesante. Dal punto finanziario, anzitutto.
«I debiti dei comuni sono di oltre 300 milioni con ciò che resta del commissariato, 400 con i consorzi di bacino, oltre all’indebitamento nei confronti di chi gestisce la fasi della differenziata. Ma il sistema deve riequilibrarsi con un aiuto straordinario della Cassa depositi e prestiti con un intervento straordinario, dando in garanzia i trasferimenti e non certo con contributi».
Criticità però potrebbero venire dalle maestranze che lavorano nei consorzi: scioperi per gli annunciati esuberi.
«Per quanto riguarda la gestione degli impianti, come le discariche, siamo convinti che occorra ristabilire un principio di equità: gli impianti vanno gestiti dalla Provincia nel cui territorio insistono. Non è pensabile avere, come accade oggi, che alcuni impianti siano amministrati da consorzi di altre province. Sulle persone poi, non parliamo di masse oceaniche. Circa 600-700 persone: 423 del Consorzio Napoli-Caserta, 91 di Salerno, una trentina ad Avellino e 116 a Benevento. Ma proprio la questione sannita è la più problematica: perché mentre a Napoli vi sono 423 esuberi su 2100 persone, a Benevento gli esuberi sono 116 su 116. E di questo parlerò col Prefetto».

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