Mare pulito, il ministero condanna Caserta
Il primo rapporto a tinte fosche lo aveva diffuso l’Arpac già a maggio: era fin troppo chiaro che il 2010 non sarebbe stato un anno felice per la qualità del nostro mare. La conferma è arrivata dal dossier del ministero della Salute, presentato ieri dal ministro Ferruccio Fazio, che, se possibile, delinea un quadro ancora più sconfortante. Perché secondo il ministero, infatti, le acque italiane non sono poi tanto male: il 96% di quelle esaminate risulta balneabile. Ma è quel restante 4 per cento a mettere i brividi visto che, dati alla mano, le peggiori performance le producono la Campania e la provincia di Caserta. A essere temporaneamente off limits in Italia sono - in base all’elaborazione del ministero - 224,3 chilometri di costa: bocciatura senza appello per i litorale della Campania (solo l’80,7 per cento della costa è balneabile); dal 2011, però, l’analisi delle acque sarà addirittura più completa, con l’indicazione di giudizi e la rilevazione anche di agenti chimici, alghe tossiche e cianobatteri. E se da un lato la media nazionale colloca l’Italia in posizione di assoluto privilegio in Europa (meglio delle concorrenti Francia e Spagna), dall’altro nel girone dei dannati finisce la provincia di Caserta, con 28,7 chilometri di costa inquinata (in prevalenza nell’area di Castelvolturno) e solo il 35,1 per cento di costa balneabile. Ma in fondo alla classifica c’è anche la provincia di Napoli con il 79,7 per cento di riviera fruibile, cifre ben lontane dai risultati conseguiti dalle province virtuose di Toscana, Emila Romagna e Sardegna. E, dall’anno prossimo, i criteri per la determinazione della «pagella» diventeranno anche più rigorosi. Saranno infatti valutate quattro classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa, così come prescrive la nuova direttiva europea che entrerà in vigore a pieno regime proprio nel 2011. Dunque, c’è tempo sufficiente per adeguarsi e per adottare i necessari correttivi visto che - anche rispetto al 2009 - le coste della Campania hanno perso in termini di fruibilità circa duemila metri di spiaggia. E infatti, secondo l’Arpac, il litorale giudicato off-limits per i bagnanti è passato da 81 a 83 chilometri. Maglia nera (neppure dirlo) ancora Caserta, maluccio Napoli (addirittura nessun tratto giudicato balneabile tra Portici e Torre Annunziata), sufficienza piena a Salerno. Pina Picierno, deputato Pd, parla di «dati annunciati, visto lo scempio ambientale verificatosi nel Casertano. Il governo ne prenda atto e intervenga». Meno di una settimana fa, era stato proprio il presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi ad avviare simbolicamente i lavori per una condotta sottomarina e un impianto di grigliatura alla foce dei Regi Lagni. E dall’associazione FareAmbiente, presieduta da Vincenzo Pepe, arriva pure una proposta: modificare in senso «più ambientalista» anche l’articolo 9 della Costituzione: la proposta di modifica, nasce dal fatto che oggi apparrebbe insufficiente parlare soltanto di tutela del paesaggio e del patrimonio artistico; è necessario prevedere anche la tutela della biodiversità. Certo, non c’è da stare allegri, come testimonia l’apprensione degli operatori di Baia Domizia e Mondragone che temono riflessi negativi sulla stagione estiva persino peggiori di quelli dello scorso anno. «Oggi la situazione è però migliorata - dice il sindaco di Cellole Antonio Lepore - bisogna vincere lo scetticismo di tanti potenziali turisti». «Qui il mare è pulito - gli fanno eco i balneatori - sembra di stare in costa Azzurra». Non è che si esagera?