Il piano dell’Autorità di bacino Dal 1° luglio i nuovi vincoli idrogeologici

Frane, la nuova mappa del rischio in 39 comuni

Da Salerno a Battipaglia alla Costiera 600kmq da mettere in sicurezza. Ma scarseggiano i fondi
25 giugno 2010 - Gianni Colucci
Fonte: Il Mattino Salerno

Ad Atrani nel gennaio scorso l’ultimo tragico episodio. Un masso si staccò da un costone, sfondò il tetto di un edificio sottostante ed uccise il cuoco del ristorante Zaccaria. È stato l’ultimo drammatico episodio dovuto ad un dissesto idrogeologico che appare sempre più inarrestabile ed incontrollabile. E l’allarme è confermato dal piano stralcio dell’autorità di bacino Destra Sele che arriva dopo l’ultimo rilievo risalente a dieci anni fa. Mappe dettagliatissime del territorio che mettono sotto osservazione, una quarantina di comuni, a cominciare dal capoluogo. Seicento chilometri quadrati di coste ma anche di declivi, costoni rocciosi, aree densamente edificate realizzate in zone confinanti con valloni e declivi instabili. Sotto osservazione anche le aree pianeggianti a sud della città tra Battipaglia e Pontecagnano, ma soprattutto la costiera amalfitana, un catalogo di emergenze di ogni tipo: spiaggette romantiche all’apparenza ma a rischio crolli, abitati costruiti a picco sul mare, strade che si incuneano suggestivamente tra mare e cielo che nascondono pericoli di crollo. Su questo panorama di criticità si innestano diffusi abusi edilizi che dalla mappatura dell’Autorità di bacino condotta con l’ausilio di specialisti della capitaneria di porto, per quanto riguarda le coste, consente oggi di individuare aree di rischio idrogeologico e idraulico a destra delle sorgenti del Sele e dunque fino al Sarno. Ad una catalogazione di massima si individuano come aree a rischio idraulico il centro abitato di Battipaglia per la presenza di due ponti (che andrebbero abbattuti e ricostruiti) su corsi d’acqua a rischio strozzature in caso di esondazioni. A Pontecagnano l’area costiera presenta vaste aree a rischio perché sotto il livello del mare. A Salerno l’area orientale tra i corsi d'acqua del Fuorni e dell'Irno è costantemente sotto osservazione. Ma anche ad Occidente c’è l’area da Canalone fino a Vietri a rischio alluvionale. L'intera costa attraversata dalla statale Amalfitana in particolare nella zona del torrente Sambuco tra Ravello e Minori richiede interventi. Accanto al piano dell’Autorità che prevede costosi interventi strutturali (ma mancano i fondi necessari) è indispensabile un sistema dinamico di sicurezza con pluviometri e rete di monitoraggio in tutti i comuni a rischio con presidi di protezione civile. A Salerno si è messa in sicurezza idraulica l’area da Fuorni al Picentino ma tutta l’area fino a Battipaglia richiede osservazione continua. Ma dal 2001, l’anno a cui risale l’ultima mappatura, la crescita della popolazione e un discreto fenomeno di costruzioni abusive in aree «rosse» ha aumentato i rischi. Cambia dunque la mappa dei vincoli idrogeologici della provincia, al di qua del fiume Sele. Dall’area dei Picentini al capoluogo, fino alla costiera amalfitana, si ridefiniscono le zone rosse in cui sono riordinati gli interventi urbanistici. L’Autorità di bacino in destra del fiume Sele, vara i nuovi vincoli che avranno valore anche sui piani urbanistici locali. Il 1° luglio la seduta del comitato istituzionale presieduta dall’assessore ai Lavori pubblici Cosenza con gli assessori Romano, Taglialatela e De Mita adotterà il piano stralcio su proposta del segretario generale Stefano Sorvino. «Il piano stralcio - spiega il segretario Sorvino - è uno strumento sovraordinato di area vasta che prevale sulla strumentazione urbanistica degli enti locali, i quali sono tenuti a conformarsi al piano di assetto. Vi fossero difformità, il piano prevale e le previsioni difformi si disapplicano. Ad esempio, un’area industriale prevista in una zona con vincolo idrogeologico decade. I vincoli incidono in modo diretto sui piani urbanistici comunali (Puc) e sui loro strumenti attuativi (Pua)».Dopo la variante generale del 2001 le previsioni sono state recepite dagli strumenti urbanistici, ma per i Puc che ancora mancano nella stragrande maggioranza dei comuni, i vincoli dell’Autorità saranno i nuovi paletti del rischio a cui bisognerà attenersi.

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