Rifiuti, missione di Romano per convincere Bruxelles
Gli appelli dopo i ritardi. Mentre cumuli di rifiuti colorano ancora le vie di Napoli, si moltiplicano gli appelli per una soluzione (definitiva) del problema. Per ridare dignità alla città, però, bisogna superare i ritardi. Troppi. E così, dopo l’allarme lanciato dal prefetto Alessandro Pansa nell’intervista al Mattino, arrivano puntuali le rassicurazioni del governatore della Campania Stefano Caldoro. «La Regione spingerà molto per il completamento degli impianti di trattamento dei rifiuti». Parlando con i cronisti a margine dei lavori del Consiglio regionale convocato alla vigilia del voto dei lavoratori della Fiat di Pomigliano, dunque, il governatore scende in campo e definisce la sua road map per superare definitivamente l’emergenza. Due le linee guida: «Sostenere il ciclo della raccolta differenziata e completare gli impianti di trattamento». Solo non accetta, Caldoro, che si parli ancora di emergenza: «L’emergenza, quella vera, l’abbiamo già superata lo scorso anno», dice. Poi continua, sottolineando i compiti della Regione: «Noi abbiamo un compito di coordinamento ma spingeremo molto sul versante del completamento delle strutture». Di certo, Palazzo Santa Lucia non lascerà nulla di intentato. Anche e soprattutto sul fronte europeo. Già oggi, così, il neo assessore all’Ambiente Giovanni Romano sarà a Bruxelles per un vertice con una delegazione dell’Europarlamento: sul tavolo le questioni legate alla gestione dei rifiuti e, soprattutto, l’ipotesi della non assegnazione di fondi Ue per 500 milioni di euro. Segnali negativi, in questo senso, ci sono già. Alla fine di aprile, del resto, furono proprio i commissari europei a lanciare l’allarme al termine di una missione lampo tra discariche e impianti della Campania. «Preoccupante», così il capo della delegazione inviata da Bruxelles, l’europarlamentare olandese Judith Merkies, sintetizzò la situazione. «Riteniamo - affermò in Prefettura – che la situazione sia preoccupante e la prendiamo in seria considerazione». La missione in Campania aveva lo scopo di indagare e valutare quanto scritto nelle diciotto petizioni giunte in sede europea da parte di altrettanti comitati cittadini. «Ci sono giunte varie richieste – aveva detto ancora il capo delegazione Ue – affinché indagassimo sulla problematica dei rifiuti in Campania. Siamo venuti a constatare se le autorità italiane abbiano finalmente attuato un ciclo dei rifiuti conforme alle normative europee». Il giudizio è stato negativo. Fortemente negativo. All’assessore Romano toccherà ribaltarlo. E convincere la commissione Ue che entro un paio di anni tutti gli impianti saranno completati così da assicurare la corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Ricucire lo strappo iniziato con la procedura di infrazione aperta da Bruxelles e concluso con una condanna della Corte europea, del resto, è l’unico modo per salvare i 500 milioni promessi dall’Ue tra vecchia e nuova gestione. Di questi 500 milioni bloccati fino a quando la Campania, e con essa il governo italiano, non avranno dimostrato di essersi allineati alle normative comunitarie sull’ambiente, 200 milioni sono relativi alla tranche 2000-2006 e altri 300 milioni alla programmazione 2007-2013. In attesa di capire se la missione campana a Bruxelles avrà successo o no, le strade della città restano sporche. L’Asìa ha avviato il piano di raccolta straordinaria ma la sofferenza è evidente ancora in molti quartieri. E presto potrebbe diventare cronica se i nuovi incontri in programma questa settimana con i sindacati dei lavoratori dovessero finire con una fumata nera.