Iervolino al processo Eternit: a Bagnoli situazione di terrore
"Temiamo per i fondi per la bonifica"
Torino. Al processo Eternit di Torino è stato il giorno del sindaco Iervolino e dell’ex assessore Bassolino. Hanno fatto un quadro della situazione attuale, raccontato le procedure messe in atto per la bonifica, e condiviso le paure e le preoccupazioni della cittadinanza: «C’è una situazione di terrore provocata dal rischio amianto», ha detto, tra l’altro, il sindaco di Napoli. Mentre Antonio Bassolino ha spiegato che la Regione ha impegnato cinque milioni di euro per assicurare «sorveglianza speciale» alle persone che sono state esposte all’amianto: «Si tratta di una novità nel panorama nazionale». Le deposizioni sono state lunghe e approfondite. S’è parlato del passato dell’area, del presente, ma anche del futuro quando Bassolino ha ricordato che il piano regolatore prevede la costruzione di case e alberghi in quei luoghi. Le operazioni di bonifica, hanno ricordato gli amministratori, hanno preso il via nel 2006 «ma c’era amianto anche dove non avrebbe dovuto esserci - ha detto il sindaco Iervolino - e l’inquinamento era più vasto e profondo del previsto: il materiale era interrato anche di cinque metri, invece dei soliti tre». L’effetto è stato quello di far lievitare i costi: da 7 al 10 milioni che alla fine dovrebbero diventare 25. Per ora la bonifica è al 50%. Bassolino ha spiegato che per ripulire le aree ex Eternit ed ex Ilva è stata creata la società «Bagnoli Futura», ne ha citato la composizione sociale (7% Regione, 2% Provincia e 90% Comune). Rosa Iervolino ha avuto parole di affetto nei confronti dei lavoratori Eternit di Bagnoli, ma anche per quelli piemontesi ed emiliani, ha condiviso la paura che vengano tagliati i fondi per la bonifica degli stabilimenti e ha denunciato i tentativi di «ammorbidire» le posizioni dei dipendenti: «Ho semplicemente riferito quello che so - ha detto dopo la deposizione - ossia che, mentre c’è il gruppo dei lavoratori che marcia in una direzione, c’è anche chi tenta di prenderli uno a uno promettendo 50mila euro a testa per chiudere la vicenda. Non è il massimo della correttezza: chi avvicina i lavoratori? Bisogna domandarlo a loro e non al sindaco. Noi però li stiamo aiutando a riunirsi in associazione per resistere alla pressioni e ottenere giustizia». Il sindaco di Napoli ha poi ricordato i dati dell’osservatorio epidemiologico della Regione Campania, dai quali si evince che, dei 2.600 dipendenti passati per lo stabilimento di Bagnoli, oltre 800 sono morti e per tutti, salvo per gli ultimi 134, «è stata accertata la connessione diretta con l’amianto. I lavoratori di Bagnoli sono bravissimi, forti e coraggiosi. Però la tragedia a cui fanno fronte è veramente terribile, anche perchè la latenza lunghissima del cancro da amianto non dà la sicurezza di esserne fuori se non dopo oltre 30 anni. E poi ci sono tante persone non decedute ma colpite ai polmoni, che non hanno la possibilità non soltanto di lavorare, ma neanche di fare una vita normale. È evidente che ci sia un senso di tragedia incombente». Le preoccupazioni, secondo l’accorato racconto del sindaco di Napoli, non riguardano solo i lavoratori ma anche le famiglie: «Ci sono i casi delle mogli, delle compagne, delle mamme che si sono ammalate: mariti e figli portavano a casa le tute sporche per farle lavare e almeno una decina di donne si sono ammalate». Il sindaco di Napoli, in aula, ha anche rievocato le testimonianze degli ex lavoratori Eternit che sono state raccolte in città. «So che ricordano come una scena inutile e umiliante le visite mediche che si svolgevano all'interno dello stabilimento: tutti in fila a fare schermografie, nemmeno radiografie. E a qualcuno dicevano: beh, hai un po’ di bronchite, non fumare troppo, e magari erano persone che non avevano mai fumato». Rosa Russo Iervolino ha detto anche di provare «angoscia come mamma» perché la figlia ha lavorato dieci anni in una struttura che poi ha avuto bisogno di essere bonificata: «per me è un continuo grande spavento». Infine il sindaco ha toccato la questione del risanamento delle aree «c’è paura che una manovra porti via i fondi per la bonifica, anche se ho letto attentamente l’ultima e non tocca queste somme. In ogni caso, senza l’aiuto della Regione e i fondi dell’Unione Europea non ce l’avremo fatta. E nonostante tutto siamo solo al 50% dell’intervento».