Sit-in davanti al Maschio Angioino

L'assedio dei mille: «Ora possiamo vincere»

Da chiaiano sono venuti in tanti per ribadire ai consiglieri comunali il loro no al nuovo sersatoio
13 maggio 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Particella 24: cinque ettari. Particella 25 e 29: quattro ettari. Particelle 83, 84 e 85: due ettari. Esibivano queste visure catastali, ieri mattina, i manifestanti - un migliaio - che da Chiaiano e da Marano sono arrivati al Maschio Angioino, per il presidio contro la discarica. Documenti che raccontano l'acquisto delle cave di Chiaiano da parte di Fibe,tra il 2001 ed il 2002. La società del gruppo Impregilo, ai fini della partecipazione al bando per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, doveva garantire la disponibilità di discariche per le ceneri tossiche prodotte dal termovalorizzatore, un terzo del materiale bruciato. Quegli invasi sono lo spauracchio di chi vive in quella zona. «Dopo la cava di Cupa dei Cani - paventa Alessandra Lamagna, alla prima manifestazione della sua vita, pressata tra le transenne che proteggono il Castel Nuovo e la folla alle sue spalle - il Commissariato ai rifiuti utilizzerà anche quelle della Fibe».
Nicola Carangio, 66 anni, residente a Marano, conducente di autobus in pensione, sintetizza l'incubo in cifre: «Centinaia di camion al giorno, colmi di immondizia». Francesco Visone associa la sua paura ai venti: «Quando spirerà lo scirocco, la puzza dello sversatoio arriverà a Marano. Austro e libeccio spingeranno i miasmi fino a Mugnano. Con la tramontana od il grecale, saranno gli ammalati della zona ospedaliera a soffrire».
Ieri mattina, in piazza Municipio, si è visto soprattutto il volto pulito della protesta. Donne, tante. Studenti; anziani; centri sociali. C'erano poi i disoccupati organizzati del progetto Isola: chiedono di essere impiegati nella raccolta differenziata porta a porta. Spariti, o mimetizzati, i professionisti della protesta: ragazzi che percepiscono 60 euro al giorno per presidiare le strade di Marano. «Sono una cinquantina», racconta Fortuna L., trentacinquenne maranese, «ma c'è il rischio che sporchino una protesta spontanea». Lo sa bene Salvatore «il cognome non posso» che di mestiere fa il poliziotto, ma ieri era tra i manifestanti: «Ho visto nei giorni scorsi giovani che non hanno mai partecipato in precedenza ad alcuna iniziativa per l'ambiente. Esibiscono atteggiamenti violenti e prevaricatori, hanno imposto la chiusura dei negozi e di un ufficio postale. Sono relativamente pochi, però. La protesta è fondamentalmente giusta. Lì c'è un parco naturale, ci sono case, c'è un impianto di compostaggio da realizzare». Oltre che un piano di lottizzazione di cooperative riconducibili in parte ai Simeoli, costruttori al centro di un maxisequestro per abusi edilizi a Marano, sei mesi fa. Vorrebbero costruire 460 appartamenti, sfruttando il piano regolatore del 1987, generosissimo con i costruttori. Anche per loro la discarica sarebbe una iattura, sia pure per motivi opposti, rispetto a quelli di chi protesta in difesa dell'ambiente e del verde. La maggioranza, questi ultimi. Hanno lasciato piazza Municipio con una speranza, nei prossimi giorni si vedrà se motivata: «Il Commissario lascerà perdere Chiaiano - che tecnicamente non è un sito idoneo - e ritornerà all'ipotesi Vallata». Dove, peraltro, si preannunciano mobilitazioni, proprio come a Sant'Arcangelo Trimonte, piccolo comune del beneventano dove si sta realizzando una discarica da 700.000 tonnellate, in area franosa. Costerà 30 milioni. Piccoli imprenditori agricoli hanno subito l'esproprio dei terreni e non sono più in grado di onorare i mutui fondiari contratti nei mesi scorsi. «Non ci resta che emigrare», dicono. «Il consumo dei terreni agricoli per le discariche», commenta Vito Amendolara, della Coldiretti,«è il dramma della vicenda rifiuti». Ultimo bollettino: 45.000 tonnellate in strada; 3000 a Napoli. A Ferrandelle da ieri si abbanca la frazione organica, per liberare i tritovagliatori e consentire loro di macinare spazzatura. Federfarma annuncia un'emergenza farmaci scaduti: «Asia da tempo non riesce più a far fronte a questa tipologia di servizio».
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