Rabitti: «hanno nascosto con l’esercito ciò che ancora non possono smaltire»

18 giugno 2010 - Rachele Gonnelli
Fonte: L'Unità

Cosa succede a Napoli con i rifiuti che spariscono e riappaiono per le strade lo vorrebbero sapere anche a Bruxelles. In particolare i tecnici della Commissione europea vorrebbero sapere che fine faranno, chi pagherà per la bonifica ambientale. Il nuovo assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, del Pdl, è stato convocato a Bruxelles a fine giugno. Deve spiegare, tra l’altro, cosa si intende fare delle famose «ecoballe», una montagna di rifiuti ibridi e tossici che non è diminuita di un etto negli ultimi due anni, che l’inceneritore di Acerra non ce la fa a bruciare e che resta stoccata in impianti «provvisori», senza ancora una data di smaltimento o una destinazione finale. Una montagna di 10 milioni di tonnellate di rifiuti: per intenderci, l’equivalente in peso dell’intera produzione stagionale di agrumi nella Ue. Solo che si tratta di materiali dannosi per l’ambiente e l’uomo. «Al momento non si sa a chi appartengano né chi pagherà i costi del risanamento», spiega l’ingegner Paolo Rabitti che, oltre a varie perizie per la Procura di Napoli, sul tema ha scritto tanto di libro dal titolo, appunto, Ecoballe.
Scusi, ingegnere, ma come è possibile che a Napoli i rifiuti riappaiono ad ogni estate?

«I rifiuti urbani sono tornati nelle strade della città semplicemente perché non è cambiato niente del sistema di gestione».
Come? Dove li hanno messi quando ci sono state le riunioni del governo e i vertici internazionali, sotto il tappeto?

«Alcuni comuni, un centinaio, tra cui il Comune di Salerno ha effettivamente attivato la raccolta differenziata, anche con una buona risposta della popolazione: arriva al 50-60%, su livelli nordici. Ma per il resto la situazione non è cambiate e le discariche, anche quelle costruite dal Genio militare, che sono semplici piazzale di cemento, dichiarate però siti di interesse nazionale e quindi presidiate da soldati armati, si sono ormai riempite. E il caso ad esempio di Ferrandelle che tra l’altro era un terreno sequestrato ai Casalesi su cui sarebbe dovuta sorgere una fattoria di prodotti tipici e biologici. Adesso il sito, dove sono stati sbattuti qualcosa come un milione di tonnellate di rifiuti tal quali, è colmo».
E cosa succederà?

«Inshallah, cosa vuole che le dica?»
Non so, sembrava che l’esercito avesse risolto la situazione…

«I militari hanno raccolto la monnezza in città e l’hanno parcheggiata in questi siti che per non erano attrezzati. Nel frattempo i rifiuti accatastati hanno creato altro percolato e biogas… Solo che ora i soldati sparano a chi si avvicina».
Questo perché I napoletani facevano le rivolte contro ogni discarica, così ci hanno fatto capire.

«La gente non vuole le discariche in Campania perché sono discariche tremende, dove finisce di tutto, con la puzza che si avverte da chilometri di distanza. Sa, se lei sotterra una cassa di arance nel giardino non succede niente ma le casse cominciano a riempire una fossa di 40 metri di profondità, probabilmente se ne deve andare di casa. A Macchia Soprana, per evitare le barricate della popolazione, hanno trovato una soluzione geniale».
Me la dica, la prego.

«Spruzzini di profumo attivati ad intervalli regolari lungo tutta la perimetrazione della discarica».
Basta. Mi dica di chi è la colpa. Per la marea nera Obama sa con chi prendersela: con la Bp. E noi?
«In America i vertici della Bp sono dovuti comparire coperti di piume e pece davanti al Congresso e al presidente. Ad Acerra, all’inaugurazione dell’inceneritore, che per altro ancora funziona con tanti problemi, Berlusconi ha definito i funzionari della Impregilo di Romiti come degli eroi, perseguitati dai magistrati che indagano sullo scandalo rifiuti, senza che il Procuratore generale Galgano, presente, spendesse una parola in loro difesa. Ecco, questo succede da noi».

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