Proteste a Santa Maria La Fossa: abbandonati da tutti

A Ferrandella il Fos di 5 Cdr campani

Il commissariato autorizza gli impianti regionali a rimuovere la frazione umida Resta fuori quello sammaritano
12 maggio 2008 - Giammichele Abbate
Fonte: Il Mattino Caserta

«Credo che non ci sia nessuna possibilità di dialogo. Vedo che stanno picchettando anche altre aree. E poi questa storia del fos:…!» Franco Cepparulo, assessore all’ambiente del comune di Santa Maria la Fossa, ha ricevuto intorno alle 2.30 nella notte tra sabato e domenica, il dispositivo, a firma del generale Franco Giannini, con il quale si dispone che «la Fibe spa, secondo quanto previsto dall’O.C (Ordinanza Commissariale, ndr) del 10 maggio, evacui a decorrere dal 10 maggio, gli impianti di selezione di Caivano, Giugliano, Battipaglia, Pianodardine e Casalduni, trasportando i rifiuti CER 190501, preferibilmente frazione organica stabilizzata, prodotta dai suddetti impianti, preso la piattaforma “Beta” - piazzola numero 3 di Ferrandella». Un provvedimento che non riguarda il Cdr di Santa Maria Capua Vetere, saturo proprio per la presenza eccessiva di fos e che di fatto, anche senza dirlo esplicitamente, trasforma in regionale una discarica che, almeno nelle intenzioni iniziali, doveva servire solo alla provincia di Caserta; ma già dal primo marzo, in mancanza di un sito della provincia partenopea, avevano iniziato a sversare anche la città di Napoli e qualche paesino limitrofo. E ora la doccia fredda che fa infuriare gli amministratori locali ma che soprattutto penalizza Terra di Lavoro, dove la raccolta è ferma da giorni e dove, si calcola, ci sono almeno 5000 tonnellate per strada. «È un provvedimento gravissimo - commenta l’assessore Cepparulo - occorre solo decidere di andarcene da questo territorio. Si pensi che l’altezza del nuovo abbancamento è di 12 metri e che parliamo di un ulteriore quantitativo di 35mila tonnellate. Il fatto che stiano perimetrando altre aree non lascia intravedere nulla di buono». Eppure proprio sabato mattina, amministratori del basso Volturno e delle aree limitrofe con tanti cittadini e studenti, erano di nuovo scesi in piazza, su iniziativa del Comitato Civico di Santa Maria la Fossa, per chiedere la chiusura definitiva di Ferrandella e la messa in sicurezza del sito. C’erano sindaci e rappresentanti dei comuni di Grazzanise, Camigliano, San Tammaro, Francolise, Cancello ed Arnone, Mondragone, Pignataro Maggiore, Formicola, Alife, Piana di Monte Verna, i comitati civici di Pastorano, Pignataro e Capua, molti consiglieri comunali, i parroci. «Stiamo manifestando - ha detto il sindaco fossataro Bartolomeo Abbate - contro il disastro ambientale che si sta consumando sul nostro territorio. Saremo ancora più compatti. Vedete: è stato sufficiente che Ferrandella chiudesse per 4 giorni perché tornasse l’emergenza. Il piano non esiste». Plaude la gente accorsa in piazza Europa e il sindaco continua: «La continua emergenza che si è creata è un alibi per gli amministratori napoletani che si appoggiano al potere coercitivo del Commissariato per giustificare la loro incapacità; devo anche dire che a fronte di un disastro ambientale, il 17 giugno prenderà il via la bonifica di Parco Saurino 2. Vogliamo la bonifica di Ferrandella e dell’intera area». Per Abbate «ci è stata tolta la possibilità di controllare ciò che si sta facendo. Chi è stato testimone di un disastro che ha denunziato, è stato a sua volta indagato». Chiaro il riferimento ai tecnici del comune indagati nell’ambito dell'inchiesta conclusasi con il sequestro del sito. «Il commissario - incalza Abbatte - deve andarsene e casa, come l’amministrazione provinciale perché ha ritenuto che il territorio di Santa Maria la Fossa non le appartenesse». Infine una richiesta: «siano archiviati tutti i procedimenti per le manifestazioni di Ferrandella » e la gioia di «aver mandato a quel paese il CE 4».

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