Gambacorta difende l'Asa: una sceklta di qualità

"Polemiche incomprensibili. Sì a Galasso per il servizio autonomo, ma assorba i lavoratori"
18 giugno 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Sostegno alle decisioni assunte dal presidente del soggetto liquidatore del Cosmari e disponibilità all’ipotesi di cedere il ramo d’azienda dello spazzamento al Comune di Avellino. L’assessore provinciale all’Ambiente Domenico Gambacorta interviene nell’accesa discussione scaturita dopo la nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell’Asa, con la presidenza a Edoardo Volino e Francesco Tedesco come vice, per provare a superare la fase delle polemiche. Contemporaneamente, rivolge un appello al senso di responsabilità dei lavoratori del settore, in particolare a quelli del Cosmari Av1. «Non comprendo - evidenzia Gambacorta - le polemiche rispetto alle professionalità indicate nel consiglio dell’Asa, non certo i soliti non eletti. Si tratta di due persone di spessore, che tra l’altro ricoprono importanti incarichi nei rispettivi ordini professionali, a cui abbiamo pure ridotto l’indennità. Entrambi avranno un compito decisamente non agevole». Gambacorta allarga il fronte del suo intervento a tutte le decisioni operate dall’amministrazione provinciale in tema di rifiuti. «Abbiamo concesso - aggiunge - il ristoro ambientale anche al Comune di Avellino, a testimonianza di un’azione del tutto priva di faziosità. Inoltre, non c’è alcuna volontà di assalto alla diligenza: anche in questa, come nelle precedenti occasioni, sono state nominate persone di prim’ordine». L’assessore all’Ambiente fa pure sapere di non avere nulla in contrario alla cessione a Piazza del Popolo del ramo di azienda dello spazzamento: «Abbiamo già discusso l’ipotesi con il sindaco Galasso. Il Comune può assumere in proprio il servizio o affidarlo a una società, a patto che assorba i lavoratori dell’Asa impegnati nella prestazione. Discorso diverso, invece, riguarda la raccolta che, per legge, resta in capo alle province o alle rispettive società». Gambacorta non manca, inoltre, un riferimento alla polemica legata alla volontà dei lavoratori del Cosmari di non accettare un distacco temporaneo all’Asa. «Immagino e spero - conclude l’assessore - che di fronte alla necessità dell’azienda di viale Italia prevalga il senso di responsabilità delle maestranze. Siamo in attesa, per definire l’operazione, del parere del ministero competente cui si è rivolta la Direzione provinciale del Lavoro». Il nuovo presidente dell’Asa, da pare sua, fa chiarezza nel frattempo, sul rischio incompatibilità evidenziato dal capogruppo del Pd al Comune, Stefano La Verde. «Ai sensi dell’articolo 3 del Regio Decreto 1578/33 - spiega Edoardo Volino - non sussiste incompatibilità allorquando il professionista ricopre la carica di presidente del Cda ed i poteri di gestione dell’attività commerciale siano affidati ad un amministratore delegato, come espressamente previsto nello Statuto dell’Asa. Principio confermato, in tempi recenti, dalla Corte di Cassazione a Sezioni unite che ha consentito a numerosi avvocati di ricoprire - anche su indicazione del comune di Avellino - ruoli di presidente e componente del consiglio di amministrazione della stessa Asa. La mia equidistanza, inoltre, è confermata da una storia personale e professionale scevra da ogni collegamento di natura politica». Che la questione rifiuti sia all’ordine del giorno è confermato dalla nuova interrogazione al governo presentata dal senatore del Pd, Enzo De Luca. L’emergenza rifiuti in Campania è tutt’altro che passata, sostiene De Luca. «Ho chiesto al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Interno e dell’Ambiente - spiega - quali provvedimenti siano stati previsti per definire al più presto interventi per contrastare l’avanzata della criminalità organizzata nel settore rifiuti e se si intenda immediatamente rivedere la disposizione inserita nel decreto legge 195 del 30 dicembre 2009 in base alla quale la titolarità della Tarsu, dal 1 gennaio 2011, sarà sottratta ai Comuni per passare in capo alle Province. Il decreto legge, convertito in legge, penalizza i comuni in disaccordo con i dettami della Carta costituzionale. La determinazione di sottrarre la titolarità della Tarsu metterà ancora più in crisi il sistema, indebolendo enti locali e territori. La legislazione della Campania non può essere organizzata al di fuori di quella nazionale e regionale».

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