Blocco a Ferrandella si cerca una via d’uscita
Dall’alba di ieri cinque dei sei cdr campani hanno iniziato a conferire il fos, la frazione organica stabilizzata, al sito casertano di Ferrandella. È l’estremo tentativo del commissariato di Governo di far ripartire il fragile ciclo integrato liberando gli impianti di lavorazione della regione, ingolfati da giorni proprio dalla frazione umida, la più deteriorabile e soprattutto responsabile della produzione di percolato, liquido altamente tossico. La decisione a sorpresa è arrivata nella notte tra sabato e domenica; nell’ordinanza firmata dal generale Franco Giannini, numero due della struttura commissariale, e recapitata al comune di Santa Maria la Fossa, si legge testualmente: «La Fibe spa, secondo quanto previsto dall’ordinanza commissariale del 10 maggio, evacui a decorrere dal 10 maggio, gli impianti di selezione di Caivano, Giugliano, Battipaglia, Pianodardine e Casalduni, trasportando i rifiuti Cer 190501, preferibilmente frazione organica stabilizzata, prodotta dai suddetti impianti, presso la piattaforma “Beta” - piazzola numero 3 di Ferrandella». Protesta il sindaco di Santa Maria la Fossa Bartolomeo Abbate: «Ci opporremo con tutte le nostre forze al disastro che si sta consumando sul nostro territorio. Ferrandella è ormai lo sversatoio di tutta la Regione; questo vuol dire che il piano del commissariato non c’è mai stato». L’ordinanza firmata dal generale Giannini non riguarda, tra l’altro, l’unico cdr della provincia di Caserta, quello di Santa Maria Capua Vetere, ormai saturo da giorni, come gli altri impianti delle quattro province campane, proprio a causa della frazione organica. Il cdr sammaritano, dopo il sequestro di Ferrandella operato a fine aprile dalla magistratura, aveva costituito l’unica valvola di sfogo per la provincia di Caserta, la più colpita dall’emergenza dopo quella di Napoli; un impianto che però aveva funzionato a singhiozzo proprio per la difficoltà nello smaltire la frazione organica. Ma dopo la completa saturazione del cdr, maturata già nel weekend appena trascorso, la situazione per le strade è peggiorata, la raccolta in pratica si è fermata. Sarebbero almeno cinquemila le tonnellate non raccolte in provincia; le situazioni più gravi si registrano nel capoluogo, dove l’immondizia non viene raccolta da almeno cinque giorni, ad Aversa, a Maddaloni e a Marcianise; anche le strade di collegamento tra i vari centri sono spesso discariche a cielo aperto. E le prospettive non sono affatto rosee: Ferrandella sarà indisponibile a tempo indeterminato per Terra di Lavoro, stesso discorso per il Cdr di Santa Maria Capua Vetere. E nel totale fallimento del ciclo integrato, c’è da registrare il mancato avvio, un po’ ovunque, della differenziata. Emblematica la situazione del Comune di Caserta, alle prese con un gara europea per l’affidamento del servizio che doveva essere aggiudicata il primo maggio scorso; delle tre ditte presenti, due si sono ritirate, è rimasta in corsa solo la Saba srl di Ercolano che non sembra però possedere i requisiti per aggiudicarsi un bando da 59milioni di euro.