Masseria Monti, bonifica ancora al palo
Maddaloni. «Intervenga di nuovo il ministero dell’Ambiente». Il silenzio delle istituzioni è più irritante dei gas caustici (benzene, associato a toluene, etil-benzene e xileni) immessi in atmosfera dalle fumarole di Masseria Monti. Chiesta quindi una nuova nota di censura ministeriale (la prima fu diramata nel dicembre 2009) a carico degli enti locali. A nove mesi dalla fessurazione dei terreni di copertura che sigillano i fusti sepolti, ancora non è stata realizzata, secondo i dettami Arpac, l’«inderogabile messa in sicurezza del sito (cava Masseria Monti) che contiene anche scorie di fusione e molte altre tipologie di rifiuti speciali sepolti». Il rischio documentato è la fuga di inquinanti nelle falde acquifere e la contaminazione dei suoli. E brandendo la comunicazione dell’Arpac, scoppia la protesta organizzata. Scavalcato il Comune di Maddaloni e il Dipartimento di prevenzione del distretto 13 dell’Asl, i gestori degli opifici, ipermercati, cash&carry, autosaloni, aree di servizio, megastore, e negozi, distribuiti tra Caserta Sud e Maddaloni, in rappresentanza di circa mille lavoratori, hanno chiesto «un intervento del ministero dell’Ambiente, della Regione Campania e della Provincia». Tutti parlano con una sola voce attraverso il «Comitato per la vivibilità»: «Dai massimi vertici istituzionali - spiega il presidente Antonio Cuomo - vogliamo conoscere le ragioni, a partire dalla Procura della Repubblica che è custode del sito sottoposto a sequestro, che impediscono l’avvio delle auspicate procedure di messa in sicurezza del sito e la sua eventuale bonifica». Più che le immissioni in atmosfera preoccupano i dati divulgati dall’Arpac. «È stata rilevata e certificata - spiega Cuomo - la presenza di cadmio (metallo più tossico del mercurio e del piombo) nelle aree perimetrali della cava, in concentrazioni cento 100 volte superiore alla norma». Tale rilevamento degli inquinanti, sempre secondo indicazioni tecniche dell’Arpac, imponeva una «mappatura capillare dell’area per meglio definire l’entità della contaminazione da metalli pesanti». Quella mobilitazione, scientifica e istituzionale, non ha ancora sortito effetti ufficiali. Da qui, prende piede la petizione popolare. «Non vogliamo - conclude Cuomo - procrastinare all’infinito sterili allarmismi. È doveroso, invece, informare. Sapere se le preoccupazioni, sui rischi potenziali o reali di contaminazione delle matrici ambientali (suolo, aria, acqua) siano fondate oppure no».