Terzigno, dai giudici del Tar un punto per il fronte del no
Terzigno nell'occhio del ciclone: l'apertura della seconda discarica resta uno dei punti centrali del dibattito politico. Il sito è composto da due cave: Sari e Vitiello. La prima, gestita attualmente dall'Asia, può accogliere 750 mila tonnellate di rifiuti e ne ha già inghiottite 370 mila. La seconda, se si farà, avrà una capacità molto più ampia: 3 milioni e mezzo di tonnellate. Secondo il generale Mario Morelli, responsabile della struttura stralcio e dell'unità operativa, se la Terzigno due naufragasse resterebbe circa un anno e mezzo di autonomia mentre per costruire i previsti termovalorizzatori ne verivarnno almeno tre. La presidende della commissione Petizioni europea, quando è arrivata in Campania, si è dichiarata assolutamente contraria alla realizzazione di una discarica in un'area, come il parco nazionale del Vesuvio, protetta addirittura dall'Unesco. L'assessore regionale Giovanni Romano, si è detto pronto a ridiscutere la scelta, peraltro contenuta nella legge del 2008, se si troveranno soluzioni alternative. La Provincia ha discusso della vicenda in consiglio, pronunciandosi per un no condizionato dalla necessità di trovare comunque altri siti di smaltimento. Ieri l'ultima novità: dinanzi al Tar del Lazio è stato discusso il ricorso promosso dal comune di Boscoreale e dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e la presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento protezione civile, rappresentata dal’Avvocatura dello Stato, con una memoria consegnata al collegio giudicante, ha spiegato che la competenza sulle discariche è ormai passata alle Province. Soddisfatto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella che ha sottolineato: «È un passo avanti importante. Si sono aperti nuovi scenari che mi auguro possano contribuire a scongiurare l’apertura della seconda discarica nel parco». E il presidente del parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone dice: «La sentenza è per noi un grandissimo successo perché la competenza dal primo gennaio 2010 è della Provincia di Napoli che nel consiglio monotematico del 24 maggio scorso ha espresso, sia pure con sfumature diverse, contrarietà all'apertura della cava. È anche un giorno di festa che compensa i disagi verificatisi al Vesuvio per la vertenza dei lavoratori».