In strada 1400 tonnellate di rifiuti, tora l'incubo

Alta adesione allo sciopero degli addetti, città invasa dalla spazzatura. Tre giorni per raccogliere l'aretrato
16 giugno 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Rifiuti a Napoli nuovamente per strada Ha raggiunto il settanta per cento di adesioni all’Asìa lo sciopero organizzato dai sindacati confederali del settore ambientale e dalla Fiadel, ma contemporaneamente è salita la percentuale dei certificati medici inviati all’azienda: normalmente si aggira intorno al cinque per cento, ieri è schizzata al 13. A terra restano circa 1400 tonnellate di spazzatura: lo sciopero è partito alle 22,30 di lunedì ed è cessato ieri allo stesso orario. L'azienda ha già «comandato» gli straordinari per accelerare la raccolta: in questo modo si spera di riuscire a tornare alla normalità tra sabato e domenica. Nei giorni scorsi proprio l'astensione dalle prestazioni fuori orario di lavoro deciso dai sindacati che hanno dichiarato lo stato di agitazione aveva creato le prime difficoltà; ora, vista la necessità di evitare problemi sanitari, è stato deciso di «comandare» lo straordinario, cioè di obbligare i dipendenti a farlo. Caos, cumuli di spazzatura non rimossa, tanfo insopportabile e segnali di rivolta nelle strade. Napoli ripiomba nell’incubo. I sindacati si dichiarano soddisfatti della riuscita dello sciopero e si dicono pronti a evitare ulteriori disagi ai cittadini napoletani. «Tutto si è svolto nella massima tranquillità» dice Vittorio D'Albero segretario regionale della Fiadel. Tre le rivendicazioni dei sindacati. I rappresentanti dei lavoratori chiedono di congelare la delibera su Asia2 (una società alla quale verrebbe delegato lo spazzamento). E non solo: contestano i livelli assegnati ai lavoratori degli stir che alla fine dell’emergenza, sono stati inquadrati da Asia. I dipendenti non accettano la perdita dei ticket e dell’indennità di turno pari al 50% della paga base. L’Asia vuole applicare il contratto che prevede un incremento massimo del 15%. I sindacati, poi, chiedono a Cesaro di dare certezze sul futuro dei dipendenti dei consorzi di bacino che, lo prevede la legge, dovrebbero essere assorbiti dalla Sapna, la società provinciale creata a fine dicembre. Sul primo punto sono tornati ieri con un comunicato congiunto l'assessore Paolo Giacomelli e il presidente della azienda speciale di igiene urbana, Claudio Cicatiello. «Le scelte che verranno fatte sulla società Asìa – sostengono - non mettono in discussione l'unitarietà del ciclo integrato dei rifiuti, garantiranno i livelli occupazionali di Asìa, il rispetto del contratto nazionale di categoria attualmente operante (contratto Federambiente) e i diritti acquisiti dai lavoratori in anni di responsabile lavoro al servizio della città». E Cicatiello precisa anche che l'Asìa ha assunto con contratto a tempo indeterminato, dal gennaio 2010, i lavoratori degli impianti di trattamento rifiuti di Tufino e Giugliano mentre l'assessore Giacomelli sottolinea che il Comune «ha risolto il problema dei 324 lavoratori del Bacino Napoli 5, di propria competenza, facendoli transitare in Asìa con contratto a tempo indeterminato già nel gennaio-marzo 2009». E così, mentre la città si risvegliava, ieri, di nuovo sepolta dai cumuli di rifiuti, il Comune ribadiva l'impegno a tenere aperto un tavolo permanente di confronto per concertare le scelte operative relative alla nuova società di spazzamento. Il confronto, insomma, deve riprendere. Una schiarita arriva intanto dal fronte del consorzio unico: gli stipendi di maggio saranno pagati nei prossimi giorni. Ma i sindacati chiedono un piano complessivo che garantisca il futuro dei lavoratori. «È necessario aprire un tavolo di confronto per delineare in maniera definitiva e responsabile il piano industriale per l’intero ciclo dei rifiuti dei nostri territori», sostiene la segreteria della Uil Campania. E l'assessore regionale Romano già nei giorni scorsi si era detto pronto a convocare tutti i rappresentanti dei lavoratori in un tavolo unico per aprire il dibattito sul tema. «Sono pronto a discutere con i sindacati. Intanto le società provinciali devono concludere al più presto il piano industriale».

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