Bufera sull’Arpac: pignorati i fondi, a rischio i progetti
Pignorati i fondi dell’Arpac. Dopo il caso delle risorse bloccate all’Asl Napoli 1, la crisi di liquidità riguarda ora l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Venerdì il commissario ad acta dell’Enelnewhidro ed alto dirigente della Prefettura, nominato dal Tar, ha disposto il pignoramento presso la Regione dei fondi assegnati all’Arpac. Perché questa decisione? Alla base c’è appunto la vertenza con Enelnewhidro, società del ministero del Tesoro, che durante i difficili mesi dell’emergenza rifiuti ha fornito un supporto operativo all’Agenzia nell’ambito di una convenzione sottoscritta con il commissariato straordinario tra il 2000 e il 2001. Il credito vantato ammonta a circa 24 milioni di euro, ma le somme pignorate riguardano un terzo della cifra complessiva. Dal blocco si sono «salvate» solo le disponibilità a carico del Servizio sanitario regionale grazie all’adesione del commissario ad acta e dei legali di Enelnewhidro alla tesi sostenuta dagli uffici finanziari dell’Arpac che hanno supportato il direttore generale Gennaro Volpicelli. Non dovrebbero quindi esserci problemi per il pagamento degli stipendi ai circa 500 dipendenti dell’Agenzia. I rischi riguardano invece il mantenimento di progetti cruciali e strategici tra cui il monitoraggio dei depuratori dei Regi Lagni e il controllo delle emissioni atmosferiche tramite centraline. A complicare la situazione sono i ritardi nei trasferimenti della Regione che hanno inevitabilmente condizionato l’attività dell’Arpac. Gli uffici di Palazzo Santa Lucia non hanno ricevuto alcuna comunicazione dei pignoramenti, ma l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano non nasconde preoccupazioni per ciò che potrebbe accadere: «Se la notizia dovesse essere confermata, ci sarebbero ulteriori motivi di sgomento rispetto ai disastri prodotti dalle gestioni precedenti. A questo punto ci toccherà affrontare anche questa vicenda in un quadro finanziario già devastante, dovuto proprio ai danni del passato». A causa della sofferenza contabile della Regione si ripropone, dunque, il problema che ha tenuto la nuova giunta con il fiato sospeso per settimane. Il meccanismo dei pignoramenti ha infatti già prodotto il blocco delle risorse all’Asl Napoli 1 (e successivamente all’Asl Salerno 1). Per questo motivo non è stato possibile pagare con puntualità gli stipendi a migliaia di dipendenti. La crisi è stata risolta, ad aprile e a maggio, solo con un’anticipazione di liquidità da parte dell’esecutivo campano.