La competenza territoriale dell’indagine rimane a Santa Maria Capua Vetere

Depuratori, il Riesame conferma il sequestro

Retsno i sigilli per gli impianti di Orta di Atella, Marcianise e Villa Literno: sono inquinanti
11 giugno 2010 - Biagio Salvati
Fonte: Il Mattino Caserta

Restano sotto sequestro i tre depuratori campani sigillati due mesi fa dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta «Regi Lagni» firmata dal sostituto procuratore Donato Ceglie. Lo ha deciso la sezione misure reali del Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere (presidente Raffaello Magi, giudici a latere Bove e De Ruggiero) che hanno respinto il ricorso degli amministratori della Hydrogest (Gaetano De Bari, Mauro Pasquariello e Luigi Piscopo) con la condanna alle spese. Si tratta, in particolare, dei depuratori ubicati alla Foce Regi Lagni (a Villa Literno), quello Napoli Nord (a Orta di Atella) e il terzo denominato area Casertana in territorio di Marcianise. Il collegio giudicante ha inoltre confermato la competenza territoriale della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sull’inchiesta. Gli indizi Alcune settimane fa, dopo un parziale dissequestro, un altro tribunale della Libertà aveva confermato il sequestro di alcune aziende e di una misura cautelare domiciliare rafforzando ulteriormente il grave quadro indiziario per ben sei aziende bufaline. In particolare, il collegio rappresentato dai giudici della Libertà (presidente Maria Rosaria Cosentino, giudici Alessandra Consiglio e Salvatore D’Ambrosio), nel decidere sulle posizioni degli allevatori, aveva anche confermato la competenza territoriale sui reati in questione da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere che, con il procuratore aggiunto Raffaella Capasso e il sostituto Donato Ceglie, aveva sostenuto l’accusa. Nel frattempo erano stati scarcerati cinque allevatori dai domiciliari e 15, in precedenza, dal gip. Ciò in quanto, essendo le loro aziende ancora sotto sequestro, quindi gestite da amministratori giudiziari e, non essendo intestatari di altre aziende, non erano nelle condizioni di ripetere i reati per i quali sono accusati. Nei giorni precedenti il collegio distrettuale del Riesame aveva fatto cadere anche la misura interdittiva – per un vizio di forma - per Domenico Giustino, presidente del Consiglio di amministrazione della Hydrogest Campania. Secondo il Riesame, l’indagato avrebbe dovuto beneficiare di un interrogatorio da parte del gip prima dell’emissione della misura. Interdizione che la Procura avrebbe nuovamente chiesto così come sarebbe al vaglio degli stessi inquirenti il sequestro di un quinto depuratore ubicato in provincia di Napoli ma «inquinante» nella provincia di Caserta. Le ordinanze L’inchiesta sui Regi Lagni sfociò in 22 ordinanze cautelari domiciliari eseguite lo scorso 16 aprile dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Caserta. L'inchiesta sui Regi Lagni, vede 58 indagati tra i quali numerosi dirigenti della Regione e docenti universitari che fanno parte della commissione regionale di esperti gestione impianti di depurazione. L’accusa Secondo l’accusa, le acque dei Lagni, il reticolo di canali che attraversano un bacino di circa 1095 chilometri quadrati che si estende tra le province di Napoli e Caserta, per anni sarebbero stati avvelenate anche da rifiuti liquidi e solidi di ogni genere come scorie di altiforni, carcasse di animali e di veicoli, tessuti, scarti industriali e solventi. Tra i numerosi indagati, ci sono dirigenti della Regione Campania e docenti universitari che fanno parte della commissione regionale di esperti gestione impianti di depurazione. Dai controlli compiuti è emerso che nei Regi Lagni e nel terreno sarebbero finiti gli escrementi di migliaia di bufale tanto da inquinare il mare, ma anche le falde acquifere.

Investigatori in campo contro i «ladri di futuro»

L’impianto di Foce Regi Lagni – emerge dall’inchiesta scattata il 16 aprile scorso - è soggetto a continui allagamenti non appena ci sono ondate di piena e i liquami finiscono nei canali senza essere disinfettati. Ci sono inoltre tre comuni (Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna) che vi sversano direttamente i liquami fognari. Nel corso della conferenza stampa tenutasi a margine degli arresti, il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, definì gli indagati «ladri di futuro», spiegando che a pagare le conseguenze del disastro ambientale saranno almeno le prossime tre generazioni. A Orta di Atella, per esempio, le griglie, rimosse per manutenzione straordinaria, non sono più state rimesse a posto: di conseguenza nei Regi Lagni, assieme ai liquidi, arrivavano carcasse di moto e auto, grossi animali e pneumatici.

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