Bufera in consiglio, il Pd si è spaccato sull'Asa

Respinti i documenti dei Pdl e dei bersaniani: "Mano nera sulla città". Giorndano indipendente
11 giugno 2010 - Luca Franchini
Fonte: Il Mattino Avellino

Si spacca la maggioranza a Palazzo di Città sulla questione Asa, mentre prosegue l’emorragia di consiglieri del Pd. Non passa l’ordine del giorno del Pdl sulla commissione speciale conoscitiva, con i voti contrari di tutto il Pd, e non passa neppure quello presentato dai bersaniani: il Pd vota contro. A piazza del Popolo, durante la riunione del civico consesso, si è consumato l’ennesimo strappo in seno a un partito sempre più lacerato tra correnti e anime varie che limitano l’azione di governo della città. Ma andiamo con ordine. Dopo le dimissioni dell’assessore Elvira Matarazzo, Leonida Gabrieli e Nicola Giordano passano nel gruppo misto. Il primo, Gabrieli, spiega all’aula i motivi alla base della scelta, etichettandoli come «squisitamente politici». Non mette in discussione la sua permanenza nel Pd, «ma si può essere iscritti a un partito anche lavorando in solitudine, soprattutto se non ci sono carriere politiche da fare né occupazioni da cercare». Ricorda la sua amicizia con Galasso, «un sindaco lasciato solo dal Pd, partito che attraversa una crisi oggettiva e che scarica tutti i suoi problemi su quest’amministrazione. È inutile - prosegue Gabrieli - continuare a dire che Avellino sia la roccaforte del partito se quando la casa brucia non vi sono comportamenti conseguenziali». Gabrieli alza il tiro, parla di «presenze imposte, protagonismo e cooptati», e si dice pronto anche a tornare sui propri passi, ma solo «quando il nostro schieramento abbia ripreso un percorso virtuoso». La seconda doccia fredda per il gruppo del Pd arriva dopo qualche minuto. Giordano prende la parola ed annuncia la «fine dell’esperienza all’interno del gruppo del Pd, aderendo a quello misto». Bacchetta l’amministrazione comunale, «incapace di dare risposte», convinto che ci «sia l’ombra di una mano nera che decide per altri», e sentendosi vittima di un comportamento cinico in virtù del quale «vieni abbandonato quanto non servi più». Una posizione, quella assunta dai due consiglieri, bollata dal capogruppo Stefano La Verde come «atti incoerenti che vanno contro a quanto hanno sottoscritto nel momento della candidatura». Mentre l’opposizione si frega le mani, arrivando a denunciare, attraverso Giovanni D’Ercole e Massimo Preziosi, «un’incapacità politica e gestionale che deve essere portata a conoscenza della città», il sindaco Galasso fa appello alla maggioranza di «portare avanti il progetto di città promesso all’elettorato». Ciò non toglie che il primo cittadino dai suoi consiglieri pretende chiarezza, non sono più ammesse mezze misure. Nessun diktat da parte di Galasso, ma un invito forte a mettere sul piatto le questioni rimaste aperte. «Se avete fiducia nel sindaco ditelo adesso», esorta Galasso che aggiunge: «È inutile stare tra questi banchi se si lavora per demolire l’amministrazione». Le questioni politiche tutte interne al Pd hanno occupato gran parte del consiglio comunale tanto che la discussione sul principale punto all’ordine del giorno, quello sull’Asa, ha richiesto un supplemento di discussione fino a notte inoltrata. La posizione del Pd, alla richiesta del Pdl di istituire una commissione speciale d’inchiesta, è stata espressa dal sindaco: «Se va fatta - sottolinea il sindaco - la si deve fare anche per le altre società partecipate in tutto il loro percorso». E precisa: «Non ci sono neppure i tempi tecnici ma sia chiaro: qui non si vuole coprire niente e nessuno». L’altro ordine del giorno era a firma dei bersaniani, Todisco, Loguercio e Di Cecilia che hanno chiesto al consiglio di «censurare le ultime assunzioni», di «impegnare il sindaco affinché si adoperi per far annullare i provvedimenti adottati» ed infine che il consiglio ritenga che «il vicepresidente dell’Asa non abbia operato con il dovuto rigore per tutelare gli interessi della parte pubblica».

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