Fumarole, gli agricoltori chiedono la revoca dei divieti
Maddaloni. Agricoltori in rivolta. Non vogliono «pagare il prezzo dei disastri ambientali» creati dall' «allegra gestione del territorio». Ma è impossibile ignorare la presenza delle fumarole che immettono in atmosfera benzene associato a idrocarburi policlinici aromatici. È difficile cancellare una discarica come quella dell'ex-Foro Boario, che è stata in autocombustione per 40 mesi consecutivi. Inevitabile il ricorso d'autorità a provvedimenti restrittivi. Viste le prescrizioni scientifiche, redatte dall'Arpac e dal Dipartimento di prevenzione dell'Asl distretto 13, non si può prescindere «dalla verifica del grado di contaminazione sui terreni agricoli ubicati nel triangolo ex-statale 265, variante Anas Maddaloni-Capua, San Marco Evangelista». Grazie alla diossina liberata dall'ex-Foro Boario e alle fumarole alimentate dai fusti sepolti nella Masseria Monti, serve una campagna di campionamento areale per mappare il grado potenziale di inquinamento sulle matrici ambientali (aria, acqua e suolo). Tradotto significa che i raccolti agricoli, entro un raggio di oltre un chilometro, sono a rischio potenziale. Di più, c'è una nota del Ministero dell'Ambiente che obbliga tutti i sindaci a emanare ordinanze di divieto (per le attività agricole e zootecniche) in caso di inquinamento delle matrici ambientali. L'amministrazione Cerreto poi deve rendere conto anche alla Procura di S. Maria Capua Vetere custode del sito plurisequestrato. In chiave preventiva, arriva puntuale la diffida degli agricoltori. Lino Martone, segretario provinciale di Altra Agricoltura, mette in guardia «dall'emanare provvedimenti pasticciati che sarebbero un disastro solo per gli agricoltori». Non è una difesa corporativa. «Non ha senso vietare la coltivazione - spiega - senza aver avviato e completato una campagna scientifica di campionamento che individui fonti, estensione e natura degli inquinanti». Gli agricoltori vogliono indagini scientifiche e non ordinanze. «Di molte ordinanze - conclude Martone - come quelle collegate all'emergenza diossina restano in piedi improbabili divieti ma non ancora sono stati resi noti i risultati scientifici». Per gli «agricoltori, in caso di inquinamento, sarebbe a rischio solo la filiera zootecnica e non l'attività agricola».