Stangata L’Ente partenopeo ha applicato agevolazioni ai Comuni che praticano la differenziata

Tarsu, tra Salerno e Napoli la doppia misura delle Province

L'assessore Calabrese: con la tassa imposta da Cirielli conviene buttare l'umido nell'indifferenziato
10 giugno 2010 - Fulvio Scarlata
Fonte: Il Mattino

La Provincia di Napoli assegna premi ai Comuni ricicloni: la tariffa per raccogliere la parte indifferenziata dei rifiuti infatti non solo è mediamente più bassa di quella imposta da Palazzo Sant’Agostino ma è calibrata secondo un algoritmo legato alla quantità di raccolta differenziata prodotta. Così ognuno dei 92 Comuni del napoletano paga più o meno (anche molto meno) a seconda di quanta differenziata riesce a fare. «D’altra parte è logico - dice l’assessore Gerardo Calabrese - La Provincia impone a tutti i Comuni salernitani, qualunque sia la loro politica, i 125 euro a tonnellata. Poiché noi a Salerno paghiamo per lo smaltimento dell’umido 175 euro a tonnellata siamo penalizzati. Per abbassare la Tarsu ci basterebbe buttare l’umido di qualità che facciamo nell’indifferenziato e pagare di meno». È ancora scontro sulla tariffa imposta da Palazzo Sant’Agostino per la raccolta della parte indifferenziata dei rifiuti. Che non sia un semplice scontro politico è testimoniato dal fatto che i primi a chiedere alla Provincia di prevedere una premialità per i Comuni che riciclano di più sono stati Cava e Scafati, entrambi a guida centrodestra. I Comuni ricicloni, infatti, sono i più penalizzati in questo momento: hanno un servizio che costa di più (spesso utilizzando ex Lsu dei Consorzi prima pagati dallo Stato e ora da pagare interamente) e contemporaneamente vedono svanire quel ristoro di 40 euro a tonnellata sulla parte umida dei rifiuti finora ottenuto dal commissariato straordinario. Eppure a Napoli la Provincia, sempre guidata dal centrodestra, ha scelto una strada diversa. «Abbiamo impostato un algoritmo che tiene conto della raccolta differenziata in ogni Comune - spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Giuseppe Caliendo - E ogni Comune ha la sua tariffa per la raccolta dell’indifferenziato. È ora di smetterla con le belle parole e dare risposte concrete all’ambiente, che comprende anche gli uomini. La nostra è una reale politica di cambiamento che vuole spingere i cittadini a partecipare a costruire il nostro futuro anche con la raccolta differenziata. Il valore medio della tassa che abbiamo stabilito per l’indifferenziato è di 98,6 euro a tonnellata». Si parte, dunque, da quest’ultimo dato ed ecco le conseguenze: ad Anacapri che ha la raccolta differenziata al 67% si paga 61,52 euro a tonnellata per la parte indifferenziata (cioé 37 euro in meno della media), Massa Lubrense con la differenziata al 62% arriva a 71 euro, Vico con il 57% di differenziata paga 74 euro per il resto. Così Monte di Procida con il 55% paga 72 euro, e tra i Comuni più grandi Cicciano al 48% paga 80 euro, Sorrento al 52% paga 81 euro, Casamarciano al 50% paga 80 euro. Insomma viene riconosciuto che fare raccolta differenziata comporta dei costi e che è giusto che i Comuni che hanno costi maggiori paghino meno per l’indifferenziato. Ma se Palazzo Sant’Agostino avesse adottato una politica simile cosa sarebbe accaduto? Che Salerno, recordcity per la raccolta differenziata in Italia, avrebbe spuntato le tariffe migliori per lo smaltimento dell’indifferenziato. E poiché Salerno è anche la città più popolosa, gli altri Comuni della provincia che non fanno la differenziata avrebbero dovuto pagare molto, molto di più. «Non so come funziona a Napoli - osserva ancora Calabrese - Quello che ci lascia perplessi sulla tariffa indicata dalla Provincia è che questa a sua volta è stata stabilita dalla società EcoAmbiente praticamente senza spiegare perché si è arrivati ai 125 euro a tonnellata più Iva per l’indifferenziato».

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