Arpac, nuove accuse dall’ex manager Asl «Mi dimisi dopo le pressioni di Clemente»

I verbali di Pasquale La Cerra ex direttore sanitario e parlamentare
"Imbrogli per favorire una clinica"
5 giugno 2010 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Le ultime accuse contro i coniugi Mastella le firma un medico. Si chiama Pasquale La Cerra ed è stato ascoltato due volte dai pm lo scorso febbraio: ex direttore sanitario dell’Asl di Benevento, ma anche ex parlamentare eletto nelle fila dell’Ulivo, racconta di aver subìto pressioni dai vertici Udeur. E chiama in causa prima Clemente Mastella, poi la moglie Sandra Lonardo, in una vicenda che va raccontata da una premessa: si tratta di accuse al momento prive di riscontri, prive di consistenza processuale. Pagine depositate dinanzi al gup Eduardo De Gregorio, dove si sta celebrando l’udienza preliminare a carico degli imputati del processo Arpac. Ma in cosa consistono le accuse di La Cerra? Spiega l’ex parlamentare: «Ho rassegnato le dimissioni in quanto non ero più in grado di esprimere le mie capacità tecniche e professionali di direttore sanitario in assoluta libertà». Nuovi atti, dunque, indagine del pool mani pulite dell’aggiunto Francesco Greco, condotta dal pm Francesco Curcio. Il teste insiste: «Pressioni politiche dall’ambiente Udeur, in modo particolare dalla signora Sandra Lonardo. Erano richieste che non potevo soddisfare, tanto da indurre la signora Lonardo a non considerarmi persona affidabile e amico, al punto che in qualche circostanza mi chiamava ”comunista”». Chiuso il primo verbale, Pasquale La Cerra entra nello specifico in una seconda testimonianza dinanzi ai pm. E lo fa spostando i riflettori su una clinica privata - la Gepos - una casa di cure di Telese. Anche in questo caso, la precisazione è ovvia: qui nessuno mette in discussione trasparenza e correttezza della gestione della Gepos, in una vicenda in cui si cercano appigli solidi alla testimonianza del medico. «Il centro di interesse delle pressioni subite - spiega La Cerra - era la clinica Gepos, all’epoca controllata da Antonio De Vizia (non indagato, ndr). Legate alla Gepos, almeno tre questioni che rimandavano a imponenti somme di denaro che la Gepos rivendicava dalla Asl di cui ero direttore sanitario. Si trattava di pretese tanto esose quanto infondate: era una clinica convenzionata con la Asl di Benevento, ma che non ha certo il diritto di vedersi rimborsati qualsiasi presunta prestazione sanitaria effettuata. C’erano richieste di rimborso di numerose ecocardiografie, prestazione non rimborsabili, come dissi chiaramente al dottor Lucio Lonardo e all’avvocato Parziale (non indagati, ndr)». Ma c’è dell’altro nei ricordi dell’ex direttore: «Mille o 1500 prestazioni casi di prestazioni per la laserterapia; la terza pretesa riguarda presunte prestazioni di primo soccorso». È qui che arriva l’affondo finale: «La cosa più fastidiosa è che in alcune circostanze fu proprio Sandra Lonardo e in un’altra Clemente Mastella a sollecitarmi questi pagamenti. Mi chiesero di trovare una soluzione a questi problemi degli amici della Gepos. Fu poi Mastella a invitarmi nel suo studio di vicepresidente della Camera dei deputati e mi ribadì la richiesta». Di qui una risposta oggi finita agli atti del processo: «Spiegai che non potevo fare una cosa fuori legge, perché qui si trattava di avallare degli imbrogli. Fui congedato frettolosamente». Parole al vaglio dei magistrati, in uno scenario investigativo che resta privo di riscontri oggettivi. Si parte da una serie di domande che al momento restano insolute: in che cosa consistono le «pressioni» esercitate nei confronti del direttore Asl? Ci furono minacce o ripercussioni dopo le presunte segnalazioni denunciate da Pasquale La Cerra? Difesi dal penalista Alfonso Furgiuele, i coniugi Mastella sono pronti a difendersi nelle sedi competenti da accuse che incassano come calunniose, pronti a dimostrare la correttezza della propria condotta politica e amministrativa. Si torna in aula venerdì prossimo, in un procedimento che si è arricchito di decine di faldoni, tra «sit» (oltre a La Cerra, anche quella di Tancredi Cimmino e di Luigi Giannuzzi, titolare di una multisala cinematografica di Benevento), consulenze tecniche e informative di pg.

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