Raccolta rifiuti, certificato antimafia alla Paciello

Ancora non ufficiale la notizia. Dalla Prefettura segnali incoraggianti sulla conclusione della gara
5 giugno 2010 - Daniela Volpecina
Fonte: Il Mattino Caserta

Gara rifiuti, c'è il certificato antimafia della Paciello. La notizia non ha ancora il crisma dell'ufficialità (il verdetto istituzionale è atteso per lunedì) ma fonti interne al Comune di Caserta assicurano di aver ottenuto segnali incoraggianti dalla Prefettura al termine di una riunione tecnica svoltasi ieri mattina a Palazzo Acquaviva. Se questo dato verrà confermato, lunedì si potrà procedere con l'aggiudicazione definitiva dell'appalto e la stipula del contratto per la gestione del servizio di igiene urbana. Un appalto della durata di appena sette mesi (con possibilità di proroga per un anno) e del valore di sette milioni di euro che la società di Casagiove si è aggiudicata in Ati con la Ipi di Roma (già operante nel settore dei rifiuti a Catania e in alcuni comuni del Lazio). Quasi concluse anche le trattative per l'individuazione della sede. Tramontata l'ipotesi dell'ex macello comunale a causa delle condizioni di degrado in cui versa il sito, le due società avrebbero intavolato una trattativa con l'imprenditore Mario Pagano per l'utilizzo del vecchio deposito della Sace (la società che ha gestito il servizio di nettezza urbana in città prima della Saba) in località lo Uttaro. Un'area sufficientemente grande per ospitare l'autoparco (attesi circa quaranta automezzi, tutti di nuova immatricolazione, da destinare alla raccolta differenziata «porta a porta») ma carente sul piano degli uffici che, all'epoca della gestione Sace, erano infatti dislocati altrove. E intanto l'ufficio Ambiente del Comune è al lavoro su altri due bandi per l'individuazione di piattaforme ad hoc per il trattamento dell'umido e del multimateriale (confezioni in plastica, vaschette di alluminio, bombolette spray, lattine per bevande e non solo). «Fino ad oggi - spiega l'assessore comunale al ramo, Maria Laura Mastellone - si è sempre proceduto con un affidamento diretto, a mio avviso troppo costoso, per lo smistamento e il trattamento di questa tipologia di rifiuto. Basti pensare che il Comune spende ogni mese circa trecentomila euro solo per l'umido. Con l'appalto semestrale (rinnovabile per un altro anno) invece puntiamo ad abbattere la spesa e contenere il rincaro della Tarsu con un risparmio notevole». Attualmente la frazione organica dei rifiuti viene portata infatti nelle piattaforme di Avellino e Salerno per poi essere trasferita ad Alessandria per il trattamento ad hoc con una spesa per il Comune di circa centosessanta euro a tonnellata. Ottanta euro a tonnellata sono necessari invece per lo smistamento e il trattamento del multimateriale nei siti di Caivano e Teverola. Con il nuovo affidamento si stima invece un risparmio del trentacinque per cento anche perché si punta a ricercare siti che siano meno distanti da Caserta. Entrambi i bandi dovranno essere però emanati dalla Stazione unica appaltante. La necessità di procedere all'indizione di queste due gare sarebbe stata innescata dall'impossibilità di realizzare sul territorio casertano un impianto di compostaggio che pure era stato inserito dal Comune nel piano triennale delle opere pubbliche. «Con la provincializzazione dei rifiuti - fa notare l'assessore Mastellone - l'Ente di corso Trieste gestirà, a partire dal 2011, anche gli impianti. Ciò significa che il Comune non avrà più alcuna competenza in materia ma potrà intervenire soltanto attraverso la stipula di accordi e se verranno instaurate le dovute sinergie». Un discorso a parte meritano invece l'indifferenziato, destinato al Cdr o alla discarica, e la carta e il cartone diretti alle filiere del Conai. «In questi casi - precisa l'assessore - non spetta al Comune individuare i siti».

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