«Abbiamo sempre rispettato la normativa vigente
Angri. Per la difesa de «La Doria spa» sarebbe solo una diversa interpretazione della norma alla base dell'inchiesta, che vede indagati amministratori e manager della ditta conserviera per aver smaltito 10 mila tonnellate di fanghi provenienti da una parte della lavorazione di tre stabilimenti in modo illecito. «La Doria - ha affermato l'avvocato Antonio Sarno, difensore dei sei manager e amministratori indagati - ha sempre rispettato la normativa vigente sia nel trattamento dei rifiuti ordinari che in quelli speciali. Sembra che alla base del provvedimento di perquisizione e sequestro vi sia una diversa interpretazione normativa in relazione alle terre di primo lavaggio del pomodoro». Il legale ha poi aggiunto: «Secondo noi, questo primo lavaggio del pomodoro è un attività di separazione del terriccio dal pomodoro stesso che non crea un procedimento di depurazione dei fanghi. In pratica, dopo il primo lavaggio del pomodoro non si producono fanghi da depurare, ma esclusivamente terriccio che può essere inviato in cave». L'avvocato Sarno ha dichiarato che gli indagati de La Doria sono pronti ad essere sentiti dal pm per dare ampi chiarimenti su un'attività che del resto ha sempre fatto alla luce del sole. Nelle prossime ore sarà presentata anche una memoria difensiva. La notizia dell'inchiesta ha suscitato clamore per la notorietà de La Doria, società per azioni quotata in borsa e tra le maggiori aziende italiane nel settore conserviero, con prodotti affermati sui mercati internazionali. Respingono le accuse anche Giovanni D'Ambrosio (del 1964) di Baronissi e Luigi Sorrentino (1966) di Salerno della «Ge.I.S.A.», il laboratorio di analisi cliniche di Salerno finito sotto sequestro preventivo. L'avvocato Rocco Pecoraro, infatti, legale di D'Ambrosio e Sorrentino dichiara: «Nelle prossime ore potremo dare una risposta più dettagliata, fatto è che la "Ge.I.S.A." ha sempre operato rispettando i dettami scientifici e le normative vigenti e non prestandosi mai a falsificare attestati per chicchessia».