Blitz dei carabinieri del nucleo antisofisticazione

Rifiuti, venti indagati: coinvolta la Doria

Smaltite diecimila tonnellate
sequestrate due cave e un laboratorio di analisi
5 giugno 2010
Fonte: Il Mattino Salerno

Angri. Oltre 10.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, prodotti dai tre stabilimenti de «La Doria spa», sarebbero stati smaltiti illecitamente in un impianto a Cava de' Tirreni e in uno a Cerignola, grazie a falsi attestati di un laboratorio di analisi di Salerno. L'operazione dei carabinieri del Noe di Salerno e della procura di Nocera ha portato, ieri, a varie perquisizioni e anche al sequestro preventivo d'urgenza del laboratorio di analisi chimiche condotto dalla «Ge.I.S.A. srl» con sede legale in via San Leonardo a Salerno; all'impianto di recupero rifiuti speciali della «Edil Cava srl» in via Cimitero a Cava de' Tirreni e all'area di cava dismessa a Santo Stefano di Cerignola in provincia di Foggia. I militari del capitano Giuseppe Ambrosone e del luogotenente Recchimuzzi del Noe di Salerno e di altri comandi dell'Arma hanno anche sottoposto a sequestro preventivo 58 veicoli (tra motrici, trattori stradali e semirimorchi) di quattro aziende: tre del casertano ("Ecologia Euroambiente snc" di Castelvolturno, "Gruppo Fontana srl" di Casapesenna, "Overline srl" di Caserta) e una di Sant'Egidio del Monte Albino, la "Ruotolo Andrea & C. snc"). Gli indagati. Venti in toltale gli indagati che hanno ricevuto anche un avviso di garanzia, tra i quali sei tra manager e dirigenti de "La Doria spa": l'amministratore delegato Antonio Ferraioli, 56 anni di Angri e il direttore generale, il fratello Andrea Ferraioli, 53 anni residente a Cava de' Tirreni; Giuseppe Cuomo (1950) di Caserta, direttore "Supplì Chain" de "La Doria spa"; e i tre procuratori degli stabilimenti con delega in materia ambientale, Sergio Amato (1963) di Giugliano in Campania (per Angri), Gaetano Di Dio (1957) di Mercogliano (per Sarno), la cavese Susanna Cuomo (1969), per Fisciano. Il pm Giancarlo Russo della procura di Nocera che dirige le indagini ha anche indagato: il cavese Giuseppe Milito (1964) della "Edil Cava srl" e Giuseppe Dinisi (1952) di Cerignola della "Eco Dinisi srl"; Giovanni D'Ambrosio (del 1964) di Baronissi e Luigi Sorrentino (1966) di Salerno della "Ge.I.S.A."; Carmine Calvanese (1966) di Salerno e Michele Staiano (1971) di Scafati, co-gestori della "Res. Eco Servizi Ambientali di Angri" (quest'ultima società avrebbe fatto da intermediaria con il sito di Cava). Indagati anche i gestori di ditte di autotrasporto: Paolo Fontana (1968) di San Cipriano d'Aversa, del "Gruppo Fontana srl"; Antonietta Orefice (1985) di Frattamaggiore, della "Overline srl"; Luciano Petrone (1959)di Gaeta, della "Ve.Ca.Sud -Autotrasporti srl" di Maddaloni; Luigi Ucciero (1972) di Castel Volturno, della "Ecologia Euroambiente di Ucciero Luigi & C. snc"; Andrea Ruotolo (1945) di Angri, della "Ruotolo Andrea & C. snc". Indagati, inoltre Paolo Esposito (1958) di San Vitaliano, della "Planetaria srl" di Avellino; Andrea De Simone (1959) di Sant'Anastasia, della "Tra.M.A.E.L. srl"; e Nicola Costanzo (1972) di Portici, della "Geos Environment srl" di Napoli. Le accuse. Per traffico illecito dei rifiuti sono tutti indagati (tranne Esposito De Simone e Costanzo). Ben 10.156 tonnellate di fanghi prodotti dal lavaggio, dalla pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti (rifiuti speciali non pericolosi) provenienti dagli stabilimenti di Angri, Sarno e Fisciano de "La Doria", grazie ai certificati della "Ge.I.S.A", sarebbero stati declassificati in «rifiuti non specificati altrimenti». In questo modo i fanghi, invece, di essere conferiti in impianti di compostaggio potevano essere smaltiti nei due impianti di Cava e Cerignola. In questo modo, La Doria avrebbe risparmiato, secondo una prima stima degli inquirenti, circa 400mila euro tra il 2008 e il 2009. Dinisi e il gruppo di sei de "La Doria" oltre a Fontana e Orefice sono indagati anche della gestione della discarica abusiva di Cerignola. Tutti (tranne Milito, Dinisi, Calvanese e Staiano) sono indagati per falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico.

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